Pubblicato il 07/10/2020, 19:05 | Scritto da La Redazione

Chi è il re della TV? Matteo Salvini!

È sempre TeleSalvini: schermi pieni, urne vuote

Il Fatto Quotidiano, pagina 8, di Giandomenico Crapis.

Una delle ragioni per le quali i dati che l’Agcom pubblica ogni mese sul pluralismo in tv spesso non lasciano traccia nell’opinione pubblica è anche perché non sono mai stati di immediata leggibilità. Roberto Zaccaria nel suo Rai. Il diritto e il rovescio (lettura consigliata) rileva come una dettagliata tecnicalità alla fine rischi di risolversi in una quasi impossibile decodifica. Mancano le sanzioni dell’Autorità

Uno sforzo di chiarezza per la verità l’Autorità da qualche tempo lo fa pubblicando un utilissimo elenco dei 20 politici che più parlano sia nei tiggì sia nei programmi. Tabelle che meglio danno la possibilità di capire cosa funziona e cosa no nel pluralismo italico, anche se poi però l’Agcom di quei numeri non sempre trae le debite conseguenze, leggi sanzioni.

Le ultime rilevazioni, poi, quelle relative alla campagna elettorale e referendaria, sono giunte parcellizzate sia cronologicamente sia nei contenuti. Non si poteva fare diversamente, ma il risultato è stato che le cose si sono complicate non poco per il lettore, con qualche effetto distorsivo in più. Abbiamo provato a districarci nella selva di numeri e grafici dei 5 tabulati del monitoraggio 6 agosto-19 settembre, esattamente quello regolato dalla par condicio, un lavoro non semplice, ma dal risultato impressionante alla luce della normativa vigente.

TeleSalvini in onda

Ebbene c’è un leader che ha goduto nelle principali reti nazionali di una esposizione abnorme, mostruosa, e, perché no, illegittima, e questo leader è Salvini. Il quale nei tg e nei talk ha sommato un tempo di parola di 676 minuti, cioè oltre 11 ore di chiacchiera, doppiando tutti gli altri compreso il pur esposto premier, lontanissimo con 5 ore e poco più davanti a Renzi e Di Maio. Il distacco di Salvini dagli altri leader è siderale: non solo su Zingaretti (3 ore in tutto) ma anche su Meloni (2h 47′) senza dire di Tajani (95 minuti) o Berlusconi (79′).

In questa già incredibile situazione alla vigilia di un voto importante, la seconda stranezza appare l’esposizione, benché con numeri nettamente inferiori al leghista, di Renzi, come detto, ma anche di Calenda, entrambi a capo di partiti quasi fantasma; l’ultimo soprattutto grazie alle cure dei talk de La7 che gli garantiscono quasi il totale delle sue quasi 4 ore di video. Tornando invece ancora all’ex ministro dell’Interno egli nei telegiornali si colloca subito dietro al presidente del consiglio, staccato da questi di pochissimo, ma comunque è davanti a tutti i leader di partito.

 

(Nella Matteo Salvini)