Pubblicato il 05/10/2020, 11:31 | Scritto da La Redazione

Marco Travaglio ha già deciso il vincitore di X Factor

Marco Travaglio ha già deciso il vincitore di X Factor
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: sperticato elogio del “Fatto Quotidiano” a Blind, il concorrente che arriva dai bassifondi di Perugia. “Tra le luci e i lustrini dello studio di Sky è apparsa per un attimo la realtà del Paese: una periferia pensata e costruita davvero come un carcere, con casermoni disumani a chiudere ogni via d'uscita, materiale ed esistenziale”.

Periferie, quel “postaccio” illuminato solo da X Factor

Il Fatto Quotidiano, pagina 17, di Tomaso Montanari

Se io fossi il ministro per i Beni culturali licenzierei tutti i cortigiani profumatamente pagati come suoi consiglieri (l’elenco è online), e correrei a incontrare un ragazzo perugino di vent’anni: Franco Popi Rujan, in arte Blind. Chi giovedì scorso abbia visto X Factor (che sarà pure un incartatissimo cioccolatino televisivo, ma è più istruttivo e umano di tutti i giornali italiani messi insieme), capirà subito perché. Blind ha cantato (meravigliosamente, nonostante tutte le ingenuità dell’età) l’inedito Cuore nero e, prima di cantare, ha spiegato dove affondi le radici il suo male di vivere: «Sono venuto qui a riscattare me e la mia vita, vivo a Ponte San Giovanni, la prima periferia di Perugia, si può dire un postaccio. Questo posto per me rappresenta gioia, pianti e rabbia. Dopodiché ognuno capisce il valore che ha nella vita ed esce da queste mura perché questo è un carcere. Da adolescente ho perso la testa, mi sfogavo andando via di casa per tre o quattro giorni senza dire nulla a nessuno, andavo a farmi e stavo con gente più grande di me. Con il tempo ho capito che valgo più di tutte quelle situazioni che mi circondavano. Ho fatto un percorso che non pensavo di riuscire a fare. I miei amici sono importantissimi, e il video della mia prima canzone l’ho fatto grazie a una loro colletta».

Le telecamere di X Factor sono andate a intervistarlo, lì: a Ponte San Giovanni. E così tra le luci e i lustrini dello studio di Sky è apparsa per un attimo la realtà del Paese: una periferia pensata e costruita davvero come un carcere, con casermoni disumani a chiudere ogni via d’uscita, materiale ed esistenziale. E no, non era Milano, Roma, Napoli: no, era l’orlo della dolce e gentile, medioevale Perugia: che la nostra generazione è riuscita a sfigurare, serrandola in una squallida morsa di cemento e infelicità.

 

(Nella foto Blind)