Pubblicato il 29/09/2020, 14:31 | Scritto da Gabriele Gambini

Enrico Papi: Tv8 è la mia terza vita televisiva

Enrico Papi: Tv8 è la mia terza vita televisiva
Il conduttore parla dell'esperienza nel canale collocato al numero 8 del DTT, racconta l'esperienza di Name that tune e fa il punto sulla sua carriera.

Name that tune è prodotto da Banijay Italia e va in onda ogni martedì alle 21.25 su TV8. Nella terza puntata, la squadra capitanata da Anna Tatangelo, composta da Lino Banfi, Riccardo Fogli e Francesco Monte, sfida quella capitanata da Elettra Lamborghini, affiancata da Paola Barale, Orietta Berti e Cristiano Malgioglio.

Diciamocela tutta: nell’evidenza quotidiana del vivere, le cose non sono, le cose avvengono. Divengono, se preferite. Guardate Enrico Papi. D’aspetto esteriore sembra sempre lo stesso, anzi, sembra abbia fatto un patto col diavolo. E però ha già vissuto tre vite (se fosse parente del famigerato Uomo Gatto, gliene resterebbero altre sette): c’è stato il Papi gossipparo dei tempi di Papi quotidiani, il Papi trascinatore anfitrion-musicale di Sarabanda. C’è il Papi di oggi, collocato felicemente a TV8, dove si è imposto col game show Guess my age in access prime time, e oggi si sta giocando la carta della prima serata con Name That tune – Indovina la canzone, che un po’ il sapore di Sarabanda lo conserva. Il programma della rete posta al numero 8 del digitale terrestre è una gara musicale tra vip in cui due squadre, assortite secondo spassosi canoni nazional-popolari, si sfidano in giochi canori all’ultima nota. «La televisione è il mio mestiere, la musica il mio bellissimo hobby. A casa mi diverto col pianoforte», dice lui.

Papi: è superstizioso?
No. Però qualche rito propiziatorio prima di una diretta o prima di registrare la puntata di un programma non me lo faccio mancare.
Per esempio?
Mi faccia pensare: faccio sempre gli stessi percorsi d’entrata e di uscita dallo studio, per esempio. So che non serve a nulla, ma sono abitudini con valore apotropaico. Non si sa mai.
Ma nelle tre vite di successo del Papi conduttore, il merito non è della buona sorte.
Il merito è della mia voglia di fare sempre la gavetta. Sono un tipo curioso, mi piace mettermi in gioco con le novità senza dare nulla per scontato. Ho iniziato la mia carriera sperimentando un tipo di televisione aggressiva e spiritosa. Poi è arrivato il sodalizio con il mondo della musica. Con TV8 ho colto l’opportunità di sperimentare ancora.
Qualche rimpianto, nelle tre vite vissute fino a oggi?
Rifarei tutto ciò che ho fatto. Magari qualcosa la rifarei diversamente. A volte ho sacrificato me stesso in nome di alcuni meccanismi editoriali prestabiliti. Poi ho capito che la carriera, per mantenersi salda, deve andare di pari passo con le dinamiche corali del mestiere, senza esserne subordinata.
Name that tune somiglia a Furore?
No, è completamente diverso. Furore usava la musica come pretesto per fare intrattenimento, le sette note erano un orpello collaterale. In name that tune la musica è l’ingrediente primario. I giochi fanno da imbuto per incanalare una passione vera per il suono a tutto tondo e per il varietà.

Somiglia a Sarabanda?
Ha qualcosa del suo sapore, pur con delle distinzioni. Non è un game, o meglio, non è solo un game, è uno show corale, un varietà largo in cui il pubblico da casa può immedesimarsi divertendosi con alcuni suoi beniamini.
Soddisfatto di come sta andando?
Molto. TV8 è un marchio in divenire, da far conoscere appieno al pubblico. Soltanto Italia’s got talent è un brand di rete già collaudato altrove. Noi ci accodiamo alla sua capacità penetrativa e puntiamo a crescere. Con una particolarità non trascurabile.
Quale?
Terminiamo prima di mezzanotte. Non allunghiamo il brodo per vellicare gli ascolti.
Non facile, in un’era televisiva in cui la seconda serata è stata quasi abolita. Da fruitore: le manca, come fascia oraria?
Amavo moltissimo le seconde serate di una volta. Erano occasione per pensare a una tipologia di programmi inedita. Oggi si tende a prolungare la prima serata per ragioni economiche e di Auditel.
Esiste anche il Papi musicista. Che cos’è per lei la musica?
Un bellissimo hobby. C’è chi pratica il bricolage, chi corre al parco, a me piace suonare. Ho alcune canzoni divertenti nel mio carniere, la stessa sigla di Name that tune è personalizzata. Mi piace l’idea di un programma con la sigla originale.
Ha mai avuto modelli televisivi di riferimento?
Raimondo Vianello per lo stile inconfondibile, ironico e distaccato. Maurizio Costanzo perché mi ha insegnato come nessun altro a usare il mezzo televisivo.
Com’è fare tv con il pubblico in studio in tempi di Covid?
Rispettiamo le regole con dovizia di attenzione. Soprattutto nel giusto distanziamento. Il pubblico a casa ha il diritto di divertirsi e, nonostante la contingenza sgradevole, dobbiamo dargli quello che chiede, nel rispetto di tutti.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Enrico Papi con i partecipanti di Name that tune)