Pubblicato il 24/09/2020, 19:02 | Scritto da La Redazione
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Così la TV si sta mangiando il calcio

Così la TV si sta mangiando il calcio
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: la “televisizzazione" del pallone favorita dal Covid 19. Con gli stadi vuoti, infatti, lo sport più popolare al mondo vive solo grazie alle telecamere. E questo dà ai broadcaster un potere immenso. Per esempio, potrebbero chiedere di cambiare le regole del gioco per spettacolarizzare ancor più i match e aumentare il carico di pubblicità.

Se l’epidemia “Televisizza” troppo il calcio

Il Mattino, pagina 38, di Gianfranco Teotino

Playoff sembra essere diventata la parola magica, la panacea per il calcio colpito così duramente dal Covid e dal suoi effetti. Se ne discute in rèaltà in Italia molto più che in tutto il resto del mondo, forse perché i sostenitori di questa che sarebbe un’autentica rivoluzione hanno anche il secondo fine di rendere un pochino più complicata la corsa ai record della Juventus, di interrompere la sua serie di scudetti consecutivi che certo contribuisce a rendere la Serie A sempre meno appassionante. Peraltro, pure in altri Paesi, Germania e Francia soprattutto, si sta consolidando una dittatura pallonara nociva alla buona salute del movimento: le loro Juventus si chiamano Bayern Monaco (otto titoli consecutivi) e Paris St. Germain (sette degli ultimi otto). E’ comunque un fatto che le sfide di quest’estate di Champions ed Europa League, dentro o fuori, tutto in una partita unica, sono state il momento più spettacolare del calcio post-lockdown. Un evento televisivo capace di rompere la noia della fine dei campionati con partite quasi quotidiane, in un clima surreale e ad andamento quasi sempre lento, utili più a riempire i palinsesti, che la voglia di ritorno alla normalità dopo quattro mesi senza gol.

Dalla pandemia è arrivata un’accelerazione formidabile al processo di “televisizzazione” del calcio. Se prima le tv erano in qualche modo al servizio del sistema, con le risorse messe a disposizione attraverso l’acquisizione dei diritti di trasmissione, ora ne sono una condizione necessaria. Il calcio post pandemia esiste solo se è trasmesso in tv, grazie ai broadcaster tradizionali o, quantomeno, in streaming, attraverso i vari nuovi device. Sarà così a lungo, considerato che le partite, almeno fino a che non si sarà trovato un vaccino efficace e al servizio di tutti, continueranno ad essere a porte chiuse o riservate a pochi privilegiati (sponsor, parenti e amici finché vi sarà la soglia dei mille e non più di mille) o comunque ai tifosi benestanti, quando si riaprirà più o meno a un terzo delle capienza, con prezzi che già si possono immaginare aumentati non poco. Il problema è che un incontro di calcio in uno stadio vuoto o semivuoto, con rumori di fondo fastidiosi (le urla dalle panchine); attutiti o virtuali, è uh prodotto audiovisivo meno appetibile e allora ecco che si richiede al mondo del pallone di adeguarsi alle nuove esigenze televisive. Non soltanto con format nuovi com e i playoff, ma anche con nuove regole.