Pubblicato il 21/09/2020, 19:03 | Scritto da La Redazione
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Videogiochi: le major pensano a un abbonamento mensile, come Netflix

Videogame a scuola dal modello Netflix

Repubblica Affari&Finanza, pagina 31, di Nicola Sellitti

Pochi euro per l’abbonamento online ai videogames, come per le serie tv e per i film in streaming. La pioggia di offerte di un pacchetto mensile nel gaming in Rete ha contribuito al boom del settore videoludico: con la pandemia si è registrata a livello globale un’impennata, con la spesa mondiale che è salita a 10 miliardi di dollari nel solo mese di marzo. La crescita mensile più alta di sempre, secondo Super Data, società di Nielsen specializzata nel settore dei videogiochi. Certo, i lockdown hanno avvicinato ai giochi quasi tutte le fasce d’età, ma il balzo in avanti dei colossi del gaming è partito qualche anno fa, con la diffusione di Netflix e Spotify.

II successo di Netflix ha mostrato che il modello ad abbonamento mensile era applicabile anche per i videogames. II precursore è stato Microsoft, la multinazionale di Bill Gates, che con il Game Pass (ora disponibile in 41 Paesi) a circa 10 dollari al mese sulla piattaforma Xbox Live ha guadagnato 10 milioni di sottoscrizioni, ispirando così i competitor storici, Nintendo e Sony, a proporre alternative simili per non disperdere l’occasione di generare introiti continui. Ecco quindi Nintendo Switch Online e Playstation Plus, attraverso cui Sony ha incassato oltre 3 milioni di abbonamenti. E ora Microsoft rilancia con la formula All Access tra i 20 e 25 dollari, ma che comprende anche la console. La sfida all’ultimo abbonamento tra la stessa Microsoft, Apple, Google, Nvidia e il colosso cinese Tencent, unita alle abitudini mutate a causa del P Covid-19, ha prodotto un ulteriore cambio di passo dei videogames: quintuplicato íl fatturato di un gigante come Nintendo nel secondo trimestre del 2020 negli Stati Uniti, che hanno registrato un giro d’affari da 11,6 miliardi di dollari, il 30% superiore rispetto allo stesso periodo del 2019.