Pubblicato il 11/09/2020, 19:03 | Scritto da La Redazione

Ripartita la stagione dei talk show: ecco cosa succede

Ripartita la stagione dei talk show: ecco cosa succede
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: questa settimana hanno ripreso ad andare in onda tutti i programmi che trattano l’attualità. Dalla sfida del martedì al ritorno in grande stile di “Piazzapulita".

Come ti riapro il Talk-Show

Il Foglio – inserto, pagina 3, di Marianna Rizzini

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Bianca Berlinguer (“Cartabianca” ha riaperto martedì 8 settembre, su Rai3): “Tutto è cambiato, talmente cambiato che non riesco a pensarla come chi dice che supereremo presto questo momento e ci ritroveremo nella nostra vita di prima. Supereremo questo momento, sì, quando arriverà il vaccino, e non sarà questione di due mesi. Ma io non credo che la nostra vita potrà mai tornare a essere quella di prima. Qualcosa ci è successo, anche dal punto di vista psicologico, già soltanto per la scomparsa di baci e carezze. E qualcosa è successo nella nostra società: molte persone rischiano davvero di restare per strada. Chi fa il nostro mestiere, poi, da quasi otto mesi si occupa quasi esclusivamente dei risvolti della pandemia—prima risvolti sanitari, poi risvolti economici. Non è mai successo di chiudere la stagione con una scaletta, a luglio, e di riaprire a settembre con gli stessi argomenti. Non sarà facile, mi dico adesso, raccontare un mondo che sta cambiando, anche perché non sappiamo dove tutto questo ci porterà. A partire dalla scuola: deve riaprire, forse doveva essere riaperta prima, ma ora dobbiamo rischiare. E’ necessario farlo, punto, se non si vuole che siano i più fragili a restare indietro: quelli che non possono essere seguiti dalle famiglie durante le lezioni online, quelli che non hanno gli strumenti tecnologici adatti. Anche per questo dico a me stessa e a chi fa questo lavoro che non dobbiamo concentrarci soltanto sul conteggio dei nuovi positivi ma cercare di capire come il passaggio del virus stia trasformando la nostra società e la sua organizzazione. E non mi pare che ci sia una vera ripartenza nel mondo politico: sia la maggioranza sia l’opposizione mi sembrano invece avvitate in dinamiche sempre uguali a se stesse, dalle alleanze al Mes al referendum: nessuno sa che cosa succederà dopo il voto, senza riforme collaterali, senza una riforma della legge elettorale. E comunque la cosa più urgente, ora, mi pare l’elaborazione di un piano credibile rispetto all’utilizzo dei fondi europei. Usiamoli bene, cogliamo l’opportunità che ci dà questa situazione, per quanto difficile, di risolvere problemi strutturali e carenze ataviche”.

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Corrado Formigli (“Piazzapulita” di nuovo in onda da ieri, il giovedì su La7): “E’ come se ora fossimo tornati in classe anche noi, in redazione. Il nostro talk torna infatti a lavorare in presenza: ho fatto togliere un tramezzo per avere più spazio nella stanza delle riunioni, pur rispettando il distanziamento. Non si poteva continuare con lo smart working: in un mestiere come questo, se le idee non circolano, la crisi dell’informazione e il taglio di risorse rischiano di incidere molto seriamente sul lavoro. Noi vogliamo esserci. Abbiamo raccontato la fase dell’emergenza, nelle Rsa e nelle città più colpite, con qualsiasi mezzo, lecito e no, a volte solo con il telefonino, e magari con toni un po’ eroici. E abbiamo buttato il corpo oltre l’ostacolo. E in quella fase, secondo me, il governo ha agito con buonsenso. Ora però dobbiamo chiedere conto della futura riorganizzazione del paese, a partire dai campi che soltanto un anno fa sarebbero stati considerati, in gergo televisivo, scaccia-ascolti: scuola e sanità. Chi mai avrebbe riaperto un programma su scuola e sanità? Ma stiamo scoprendo o riscoprendo che da scuola e sanità si deve partire per ricostruire il paese. Ci vorrebbe una terapia intensiva per la scuola. La cosa grave è che dal 9 marzo in avanti si potevano fare molte cose che non sono state fatte. C’è chi oggi trova disdicevole mettere gli studenti nei container, nei tendoni e nelle strutture prefabbricate, ma prima non ha detto nulla sul fatto che dalla primavera a oggi si poteva ristrutturare, fare un concorso, assumere, ordinare banchi, pensare ai trasporti, e non penalizzare le famiglie, specie quelle che non possono contare su tate e nonni. Come al solito saranno le donne a rimetterci. E poi ora, all’incrocio tra riapertura delle scuole, elezioni regionali e referendum, mi viene da pensare che alla gente non interessa sapere quanti ma quali senatori avremo, tanto più se, con l’eventuale taglio, i parlamentari che restano rischiano di essere ancora più in balìa delle decisioni al vertice dei partiti. Vedo in tutto questo una discreta presa in giro, del fumo negli occhi, un residuo di sentimento antipolitico. Non mi piace il discorso sui costi, non mi importa quanto guadagna il parlamentare ma come lavora. Vorrei che si parlasse della nuova legge elettorale. E per questo voterò No”.

 

 

(Nella foto  Bianca Berlinguer)