Pubblicato il 09/09/2020, 19:04 | Scritto da La Redazione
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Diritti tv: un’inchiesta fa ombra sul calcio italiano

Diritti tv: un’inchiesta fa ombra sul calcio italiano
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: oggi l’assemblea della Lega Calcio per capire se mantenere una strada tradizionale o imboccare la via dei fondi d’investimento e quindi un nuovo modello di business. Intanto sono partite indagini sulle gestioni precedenti.

L’intrigo dei diritti Tv e l’inchiesta che scuote il gotha del calcio

La Repubblica, pagina 21, di Giavanni Pons

Da almeno cinque anni la Serie A ha imboccato una strada declinante. Ha perso posizioni nelle classifiche delle leghe europee, ha un indebitamento salito, nella stagione 18/19, a 3,7 miliardi, ed è in costante perdita: ai -379 milioni della stagione 2014/15 si è aggiunto un rosso di 274 milioni in quella 2018/19.

Con ricavi da biglietti e sponsorizzazioni in forte calo, causa Covid, sono in molti a sostenere la necessità impellente di una svolta. A questo scopo l’assemblea di Lega che riunisce oggi i presidenti delle 20 squadre di Serie A è chiamata a decidere se fare entrare in una società staccata e controllata alcuni fondi di private equity con una quota del 10% per gestire in proprio la futura vendita dei diritti Tv. Così facendo entrerebbero nelle casse 1,5 miliardi. La gestione verrà affidata a una governance professionale con rappresentanti dei fondi e della Lega ma lasciando un passo indietro i presidenti delle squadre. La sfida è la crescita futura degli introiti da diritti, operando da editore, creando e vendendo a più piattaforme i contenuti legati alle partite della Serie A. Secondo le proiezioni riservate, al terzo ciclo, cioè fra nove anni, il fatturato annuale potrebbe più che raddoppiare, con una valorizzazione complessiva che potrebbe quasi triplicare. Il progetto promosso dal presidente Paolo Dal Pino è stato ben accolto da un folto gruppo di squadre, dalla Juventus, al Milan, all’Inter, al Torino, alla Roma. Tuttavia per farlo passare serviranno 14 voti su 20 in assemblea ma ci sono almeno 5 squadre, Lazio, Udinese, Verona, Atalanta e Crotone, contrarie all’idea di vendere ai fondi. In bilico il Napoli di De Laurentiis. In caso di bocciatura le offerte vincolanti già presentate da Cvc-Advent-Fsi e da Bain verranno rispedite al mittente insieme al miliardo e mezzo di cash. L’alternativa è quella di tornare ad affidarsi a intermediari, come le cinesi Wanda o Mediapro, che non navigano in buone acque, ma con un ulteriore indebitamento delle squadre (l’attuale leva finanziaria per la Serie A è già di 4,9).

Sullo sfondo di questa partita che attiene al futuro del sistema calcio se ne sta giocando un’altra che riguarda soprattutto il passato. La procura di Milano ha infatti aperto un’inchiesta sulla regolarità dell’assemblea di Lega della primavera 2018 che ha portato Gaetano Micciché alla presidenza. L’ipotesi dei pm Paolo Filippini e Giovanni Polizzi, coordinati dall’aggiunto Maurizio Romanelli, è che il verbale dell’assemblea, presieduta da Malagò (indagato per falso), che portò all’elezione di Micciché “per acclamazione” venne alterato. I pubblici ministeri hanno acquisito la registrazione dell’assemblea – che venne pubblicata da Business Insider ltalia – e l’istruttoria della procura Figc che, pur archiviata, segnalava “plurime irregolarità” nel voto. Ma non si può escludere che le indagini possano estendersi anche ad altri fatti avvenuti successivamente.