Pubblicato il 07/09/2020, 11:32 | Scritto da La Redazione

Franca Leosini: Ho vietato di mandare in onda le repliche

“Io e l’anima nera delle persone”

Il Fatto Quotidiano, pagina 1, di Virginia Della Sala

C’è qualcuno che ti ha un po’ corteggiata?” Pausa. Franca Leosini inizia a ridere dopo la domanda di Selvaggia Lucarelli, nel fenomenale colloquio di ieri sera in occasione della Festa del Fatto Quotidiano. E continua a farlo durante il racconto, quasi che a ripensarci ancora non si spiega uno degli accadimenti più assurdi -ed evidentemente divertenti – della sua carriera di indagatrice delle storie maledette, di cronaca e dell’animo umano: “Uno di loro – continua tra le risate – mi ha mandato le misure dei suoi attributi personali”. Se non fosse stato un detenuto, avrebbe utilizzato Whatsapp “ma dal carcere solo la carta”. Una lettera che la Leosini conserva ancora nel suo personale archivio: “C’erano i disegnini con le misure. Magari ha pensato di inviarle per una mia fruizione con la fantasia. Una cosa incredibile”. E gli ha risposto? “Mai”

E neanche lo ha mai intervistato. “Pure perché se le premesse erano queste…” Si ride, si sorride, si impara. Poco prima, il racconto del momento in cui la Leosini ha temuto per la sua incolumità. “Durante l’intervista al collezionista di anoressiche Mario Mariolini mi sono sentita minacciata. Gli ho rivolto una domanda che probabilmente lo ha innervosito, ondeggiava in modo minaccioso. Ho pensato mi avrebbe messo le mani al collo”. Sola, nella stanza, ha avuto un solo appiglio: “Il regista ha capito e ha dato lo stop”. Lucarelli e Leosini entrano anche nella profondità del buon giornalismo. “Chiedo sempre che non ci siano agenti di sicurezza in stanza con me e i detenuti. Anche se sanno che milioni di persone seguiranno la trasmissione, non sopportano il giudizio di prossimità”. Le interviste a chi è stato condannato per un delitto sono il frutto di un delicato equilibrio tra preparazione, convinzione e sensibilità: “Storie maledette è un programma difficile ed è il motivo per cui le puntate hanno un numero limitato-ammette la Leosini -. Studio gli atti del processo dall’inizio alla fine, anche diecimila pagine dalle quali traggo la struttura narrativa”.

 

 

(Nella foto Franca Leosini)