Giorgia Rossi: Vivo di calcio sin da bambina
Giorgia Rossi. “Il calcio non è solo da maschi”
Panorama, pagina 86, di Annalia Venezia
Com’è andata la stagione senza Pardo?
È stato diverso, all’inizio temevo di non farcela. Poi è filato tutto liscio.
Che cos’ha imparato da lui?
È unico, non è un commentatore puro. Impossibile provare a sostituirlo.
Il primo grazie a chi lo dice?
A mio padre e a mio nonno che mi hanno fatto amare il calcio. Sono figlia unica, mio padre sognava un maschio ma sono arrivata io. La prima partita allo stadio è stata Roma-Vincenza.
Quando si è accorta di essere una ragazza diversa dalle altre?
A 17 anni non uscivo il sabato sera perché il mattino dopo avevo la sveglia all’alba per andare allo stadio. E non era un sacrificio.
C’è un rimprovero che le è servito?
Avevo un’esclusiva con l’allenatore Marcello Lippi e gli feci domande relative solo all’ultima partita. Il direttore andò su tutte le furie, voleva che mettessi più umanità nelle interviste.
Calcio e donne: che qualità servono per resistere in un mondo così maschile?
La passione è il motore principale.
E la bellezza non aiuta?
Certo ma non dura per sempre, servono altre qualità per andare avanti. Solo la preparazione e la determinazione mi danno la forza di affrontare tutto, anche le critiche.
Da chi le accetta?
Da chi stimo.
C’è competizione con le sue colleghe?
Osservarsi è giusto, ma poi è necessario essere sicuri del proprio lavoro. Per un’Ilaria D’Amico che lascia il calcio, c’è una Giorgia Rossi che ambisce a un programma tutto suo. Ilaria mancherà al calcio. Io ho ancora molto da fare. Anche se la capisco, davanti a una sfida nuova non mi tirerei indietro neanch’io.
(Nella foto Giorgia Rossi)