Pubblicato il 02/09/2020, 11:33 | Scritto da La Redazione
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Anche l’Olanda dà ragione a Vivendi contro Mediaset

Anche l’Olanda dà ragione a Vivendi contro Mediaset
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il tribunale di Amsterdam ha accolto il ricorso dei francesi contro la nascita di MfE. Ora il Biscione pensa alle contromosse, che sono sempre meno.

Mediaset, nuovo stop in Olanda. Accolto il ricorso Vivendi su MfE

Sole 24 Ore, pagina 12, di Andrea Biondi

Per il progetto Mfe di Mediaset – quello su cui il gruppo di Cologno aveva puntato a giugno 2019 – dall’Olanda arriva un nuovo stop.

Sarebbe stato un colpo di grazia se questo non fosse già avvenuto a seguito della pronuncia del Tribunale commerciale di Madrid che il 30 luglio ha confermato la sospensione cautelare del progetto Mfe già decisa in autunno, respingendo il ricorso di Mediaset España e sposando la richiesta di Vivendi. Di fatto Mediaset il 5 agosto ha poi qualificato quel passaggio spagnolo come una pietra tombale visto che il piano, con la fusione transfrontaliera fra Mediaset e Mediaset España e la sede della holding in Olanda, si sarebbe dovuto concludere entro il 2 ottobre, con tempi quindi ritenuti non più conciliabili con la sospensione cautelare. Il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi ha comunque confermato la volontà di muoversi in chiave di espansione internazionale.

La Corte d’appello di Amsterdam però, come era atteso, ieri ha detto la sua sul reclamo presentato da Vivendi. E il risultato è stato il peggiore che dal Biscione potessero attendersi sospensione confermata e indice puntato contro il meccanismo di voti speciali messo in piedi da Mediaset e che avrebbe consentito a chilo avesse richiesto di triplicare i diritti di voto entro 30 giorni, di moltiplicarli per cinque dopo due anni e per lo dopo cinque anni. In Mfe Fininvest con 1135,31% avrebbe avuto i147,88% di diritti di voto, Simon il 20,81% con il 15,34% del capitale e Vivendi 1110,42% con 117,68%. «Questo tipo di accordo è costruito con l’obiettivo di assicurare che Fininvest, con una partecipazione economica del 35%, abbia l’assoluto controllo di Mfe», si legge al paragrafo 3.22 di una sentenza in cui la Corte olandese ha giudicato come possibili in teoria e in generale accordi che si basino sui voti speciali, ritenendo però che in questo caso il meccanismo non fosse né idoneo, né necessario a consentire lo sviluppo di una compagine azionaria di lungo periodo stabile nel tempo.