Pubblicato il 31/08/2020, 17:34 | Scritto da La Redazione

Barbara Palombelli: Montanelli mi ha insegnato a non essere conformista

Barbara Palombelli: «Sono anticonformista. Me lo ha insegnato il maestro Montanelli»

Il Giornale, pagina 24, di Laura Rio.

«Montanelli mi chiamò mentre stavo conducendo la rassegna stampa su Radio3. E, in diretta, mi chiese di scrivere quello che stavo dicendo sul suo Giornale il giorno dopo. Per me fu un premio enorme. Avevo amato pazzamente i suoi libri e i suoi articoli, ma non lo conoscevo di persona. Poi ci siamo incontrati tante volte: mi invitava a pranzo all’Assassino a Milano. Lui mangiava solo pere e parmigiano. Anch’io ora, quando lavoro, faccio lo stesso».

Parte dal ricordo del fondatore del Giornale la chiacchierata con Barbara Palombelli. Su di lei si potrebbe scrivere un’enciclopedia: quarant’anni di giornalismo tra radio, carta stampata, televisione, libri e quasi (a ottobre) 67 anni di vita tra quattro figli, di cui tre adottati e un marito «di peso», Francesco Rutelli. Anchorwoman da record, di ascolti e di presenza in video (700 ore nella scorsa stagione tv secondo il calcolo di Sorrisi e Canzoni), a guidarla da sempre è l’insegnamento che le ha lasciato il leggendario Indro: «Fregatene degli editori e rispondi solo al tuo pubblico». Così, spirito ribelle fin da bambina, ha fatto dell’anticonformismo la sua linea guida, evitando con maestria l’ortodossia «de sinistra». Dopo anni di lavoro a Repubblica, ha un approccio laico al fenomeno Salvini. Sposata con un avversario storico di Berlusconi, non ha mai snobbato le sue reti. E a Mediaset tornerà tra pochi giorni: alla guida di Forum dal 2 settembre su Canale5 e a quella di Stasera Italia, la striscia quotidiana serale di approfondimento, dal 14 su Rete 4.

Barbara, sarà un rientro molto complicato…
«Per il Paese e per tutti. In questi mesi ho visto due Italie: quella che ha affrontato il lockown con serietà e disciplina e quella che si è lasciata andare nelle ultime settimane. Io sono un’ultrasessantacinquenne e mi fanno arrabbiare i comportamenti irresponsabili».
Ti sei offerta come cavia per il vaccino che stanno testando allo Spallanzani di Roma…
«Certo. E non capisco perché questo possa creare scandalo. La mia non è una provocazione: io ho seriamente paura, temo più il virus delle possibili controindicazioni. Ho fiducia nei medici, anche perché vengo da una famiglia di illustri pediatri. Mi sono messa in lista, anche se dubito mi chiameranno».
Hai dovuto interrompere Forum a metà marzo per il virus, ora come si riparte?
«Innanzitutto sono stata molto contenta che le repliche del programma andate in onda in quel periodo abbiano avuto un grande ascolto. Forum è una trasmissione popolare che ti mette in contatto con la gente vera, al di là degli snobismi di chi si chiude nelle torridi avorio. Ora ripartiamo con il pubblico in studio molto ridotto, una nuova scenografia e regole ferree. I nostri spettatori potranno collegarsi da casa. Abbiamo inventato anche la figura dell’avvocato d’ufficio per rappresentare chi non può o ha paura di venire. Per Stasera Italia è più semplice, avendo pochi ospiti in studio: saremo di nuovo in prima linea sui temi della pandemia».
Tornando a Montanelli, che pensi delle ultime polemiche sul suo passato coloniale e la ragazzina «sposata» in Africa?
«Era un uomo pieno di ironia: la sua statua imbrattata con la vernice? Ci avrebbe riso su, anzi sarebbe stato il primo a sfregiarla. Non avrebbe voluto alcun monumento, né giardini intitolati. Per lui tutto questo era muffa, come le sterili polemiche di chi si riempie la bocca col politicamente corretto».
Tu dici cose che in certi ambienti sono proibite…
«Non mi faccio condizionare dai pregiudizi ideologici. Prima di leggere Montanelli, è stato mio padre a regalarmi lo spirito critico: era un liberale antifascista e ha visto in azione la parte ipocrita della resistenza partigiana. Mi diceva sempre ricordati che Roma l’hanno liberata gli americani. Mi ha vaccinato contro tutti i radicalismi. A casa mia si leggevano tutti i giorni il Messaggero e Paese Sera».
Non temi neppure di sposare argomenti cari alla destra…
«Io ho fatto dell’accoglienza una ragione di vita, adottando tre bambini, di cui uno, Francisco, di colore, nato in Ecuador. Ma domando a tutti come si risolve il problema dell’immigrazione. Si deve accogliere nella legalità perché altrimenti gli italiani che vivono in condizioni disagiate nelle periferie non capiscono. Non si tratta di razzismo, ci vogliono regole ferree: se chi nasce in Italia va a scuola per 13 anni, anche chi arriva dall’estero deve studiare. Ancora non comprendo perché si nasconda la questione sotto una nuvola di buonismo: sono 30 anni che aspettiamo risposte concrete dalla sinistra. E dunque è naturale che la gente si rivolga a chi solleva questi temi come Salvini, anche se poi lui li rigira pro domo sua».

 

(Nella foto Barbara Palombelli)