Pubblicato il 25/08/2020, 16:05 | Scritto da La Redazione

Luca Zingaretti: Potrei dare l’addio a Montalbano per il teatro

Luca Zingaretti: Potrei dare l’addio a Montalbano per il teatro
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: l’attore vede la fine del rapporto con il personaggio che l’ha reso celebre al grande pubblico tv.

Luca Zingaretti: «Montalbano? Non so se continuo. Ho voglia di teatro»

La Repubblica, pagina 33, di Anna Bandettini.

Entrambi siciliani, si conoscono in un bar di via Po a Torino. Il giovane giornalista Paolo Corbéra e Rosario La Ciura, un 75enne studioso dei classici greci, condividono un’amicizia fatta di desiderio del rosmarino dei Nebrodi e confessioni personali, come l’inimmaginabile storia d’amore del vecchio professore per una splendida sirena dal “magico profumo di mare” che si conclude tra sperdimento e nostalgia.

«Sono trascorsi tredici anni dalla prima volta che portai in palcoscenico questa favola per adulti e ogni volta, arrivato alla fine, sono io a commuovermi per primo, insieme agli spettatori», dice con passione Luca Zingaretti che, da attore e regista, si appresta a riprendere La sirena, l’ormai celebre recital-lettura tratto da Lignea, il prezioso racconto, forte di una esattezza di linguaggio come non si sente più, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, e con l’accompagnamento musicale di Germano Mazzocchetti eseguito dal vivo da Fabio Ceccarelli. Zingaretti lo presenta il 29 al Teatro Romano di Spoleto per il Festival dei due Mondi che chiuderà in bellezza il 30 con il concerto di Riccardo Muti sul podio dell’orchestra Cherubini e il soprano Rosa Feola in piazza Duomo. Ed è l’occasione per vedere, almeno in questi ultimi tempi, una delle poche esibizioni teatrali di Zingaretti, 58 anni, che però promette di voler fare un “classico” nel suo futuro di attore, una volta archiviato il fascino fatale del Montalbano.

Archiviato definitivamente?
«Non lo so ancora. L’anno scorso abbiamo girato tre episodi nuovi e la Rai ne ha mandati in onda solo due, quindi nel 2021 dovrebbe esserci l’altro episodio, Il metodo Catalanotti, l’ultimo della serie in ordine cronologico scritto da Camilleri. Dopo di questo ci sono ancora due romanzi e dei racconti che si potrebbero girare, però non so se ho voglia».
Perché?
«Non certo per il personaggio di cui mi sono innamorato profondamente. Penso abbia raccontato l’Italia degli ultimi venti anni. È che in questi anni sono morti compagni di viaggio che per me erano fratelli, Andrea Camilleri, il regista Alberto Sironi, lo scenografo Luciano Ricceri, colleghi anziani. Le ultime regie le ho fatte io, ma ora non so se cedere il testimone e finire in bellezza o visto che siamo arrivati fino a qua fare gli ultimi centro metri, se fare un anno sabbatico o – dopo vent’anni- , un congedo definitivo. Da tempo mi dico che bisogna chiudere questa esperienza meravigliosa, questa cavalcata trionfale. E ammetto che mi sto costruendo altri progetti, nel cinema e soprattutto in tv, che mi interessa molto nelle nuove piattaforme e nelle potenzialità del racconto seriale che sono molto interessanti».
E il teatro? Per due stagioni ha girato con successo la sua regia di The deep blue see, protagonista sua moglie Luisa Ranieri. E poi?
«Il teatro l’avevo lasciato per gli impegni in tv, ma da quando lo rifrequento da regista mi è tornata voglia Appena si normalizza la situazione della pandemia, mi vorrei misurare con un Cechov o uno Shakespeare».

 

(Nella foto Luca Zingaretti)