Pubblicato il 24/08/2020, 12:35 | Scritto da La Redazione

Silvio Berlusconi traccia la via di Mediaset per il futuro

Silvio Berlusconi traccia la via di Mediaset per il futuro
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: tra le cause con Vivendi, il calo della pubblicità e il 5G che toglierà clienti, a Cologno Monzese sono molto preoccupati.

L’ultima partita di Silvio: salvare Mediaset dal futuro

Il Fatto Quotidiano, pagina 10, di Fiorina Capozzi e Gaia Scacciavillani.

Come farà Mediaset a uscire dall’angolo? Una parte della risposta è arrivata nientemeno che da Silvio Berlusconi. “L’idea di un polo televisivo europeo rimane con assoluta determinazione nell’orizzonte di Mediaset, ha detto Sua Emittenza in un’intervista ferragostana al Giornale di famiglia, chiarendo che gli incidenti di percorso non cambiano la strada segnata per Cologno Monzese, vale a dire uscire dal provincialismo nazionale. Come? Unendo le attività italiane ed estere in un’unica società internazionale in grado di competere per dimensioni con la concorrenza.

Percorso a ostacoli

L’impresa, però, è meno facile del previsto specie ora che il Biscione naviga in acque infestate di guai. Forse non è un caso che nella stessa intervista ci siano parole distensive, il fu Caimano usa parole gentili verso il governo. A Mediaset manca solo un governo ostile, d’altronde, mentre è assediata dai francesi di Vivendi che hanno trovato sponda in Spagna. E in patria, con lo sviluppo della banda larga, si stanno materializzando nuove forme di concorrenza nella raccolta pubblicitaria. Il tempo stringe, perché i conti di Cologno – pure quelli preCovid – mostrano che tempo da perdere non ce n’è più. Liberarsi di Vivendi sarebbe stata la manna.

Il gruppo francese che 4 anni fa avrebbe dovuto togliere le castagne dal fuoco a Mediaset, diventando un affidabile socio e partner industriale, si è rivelato l’esatto opposto: l’alleanza è saltata, il socio ha provato senza successo a scalzare i Berlusconi e non ha tolto il disturbo. Anzi, con una mano cosparge l’Europa di cause per bloccare i piani di crescita di Cologno, come avvenuto con successo in Spagna nei giorni scorsi. Con l’altra si difende dal contenzioso miliardario intentatogli da Mediaset per il mancato perfezionamento degli accordi del 2016.

La via europea unica soluzione

Resta il fatto che la via europea è l’unica possibile per il gruppo tv, che ora deve fare i conti con la brusca frenata al progetto messo in campo da Fedele Confalonieri. Su impulso dei francesi, il tribunale di Madrid ha confermato la sospensione della delibera di fusione di Mediaset Espana in MediaForEurope, il contenitore che rappresentava “il primo step verso una più ampia integrazione paneuropea”. Così il piano del Biscione per aggregare gli asset italiani e spagnoli nella nuova holding olandese è bloccato e con lui le nozze previste per il 2 ottobre.

B. non si da per vinto, ma è stato un brutto colpo. A peggiorare la situazione, c’è il fatto che mentre Mediaset si è rimessa al lavoro per trovare strade alternative, il governo ha iniziato a stringere sulla creazione di una società unica della rete digitale che annulli la concorrenza tra Telecom e Open Fiber, fondendo le reciproche infrastrutture. Che c’entra con Canale5? Si chiederà il lettore. C’entra in molti modi: intanto tra i protagonisti della partita c’è la solita Vivendi, che è socia anche di Tim e quindi ha modo di mettere pressione sul governo. E poi internet più veloce per tutti vuol dire anche più “tv via internet” e dunque più soggetti a spartirsi l’attuale non astronomico mercato pubblicitario.

I conti in calo

Non è un caso che da un anno il titolo Mediaset perda quota (ormai vale poco meno di 2 miliardi) e la controllante Fininvest nel 2019 abbia registrato un calo dei ricavi di gruppo del 12,3% a 3,88 miliardi. “Una flessione da attribuire in gran parte al venir meno per Mediaset dei ricavi pubblicitari legati ad alcuni eventi sportivi (Mondiali di calcio) e alla cessazione dell’attività di pay-tv”, ha spiegato la holding. Niente che abbia impedito a Fininvest, che non vive di sola Mediaset e ha chiuso l’anno con 220 milioni di utili, di staccare dividendi per 84,2 milioni.

Tuttavia in assenza di una decisa sterzata il futuro non appare roseo. Lo sanno bene in azienda: “Lo scenario macroeconomico in cui si è svolto l’esercizio 2019 ha molte delle criticità già emerse negli anni precedenti, evidenziando soprattutto un calo dei consumi che ha penalizzato in modo particolare il settore dei media e i ricavi pubblicitari. E questo in attesa dei risultati 2020, in cui si avrà sui conti l’effetto della pandemia di cui non è ancora “possibile stimare con precisione l’evoluzione”. Per ora si sa solo che nel primo trimestre Mediaset ha visto il fatturato calare del 5% e i profitti dimezzarsi a 14,6 milioni.

 

(Nella foto Silvio Berlusconi e Maurizio Costanzo)