Pubblicato il 21/07/2020, 17:35 | Scritto da La Redazione

Streaming! Streaming! Streaming!

Tv, non perdere il vantaggio su ott

ItaliaOggi, pagina 22, di Andrea Secchi.

La tv tradizionale ha vinto ancora sul video streaming, lo ha fatto durante il lockdown e quando questo stava finendo, a maggio, con 44,9 milioni di utenti e 371,6 minuti al giorno per persona che battono utenti e tempo speso sugli smartphone per vedere i video (33,1 milioni e 140,5 minuti rispettivamente). Inoltre, a fronte di un +60% nei fruitori di video on demand nel mese di marzo, a giugno e luglio, quindi a emergenza ridotta, le visualizzazioni online dei video dei broadcaster sono raddoppiate (+101% e +110%).

Gli operatori tradizionali, però, non possono dormire sugli allori. Intanto perché le dinamiche di fruizione della tv stanno comunque tornando quelle del pre-Covid mentre le piattaforme streaming hanno accelerato la loro crescita aumentando la pressione competitiva. Ci sono però strategie che si possono attuare per non sprecare quanto ottenuto fin qui.

Lo studio di Sensemakers

L’analisi arriva da Sensemakers che ha elaborato dati Auditel, Audience Analytics di Comscore e i numeri di una ricerca ad hoc condotta da Beyond Research. L’obiettivo era individuare le direttrici di sviluppo che vale la pena tenere presenti. Un tema su cui Sensemakers oggi alle 11 terrà un webinar (www.sensemakers.it/news).

Da una parte, spiega la società di consulenza digitale, ci sono giganti come YouTube che stanno crescendo sullo schermo televisivo grazie alla maggiore diffusione delle smart tv o dei set top box connessi. Oltre 9 milioni di utenti in Italia guardano i video del portale di Google sui loro televisori e a marzo il tempo speso su YouTube in questa modalità è cresciuto del 40%.

Ci sono poi altri due giganti come Netflix e Amazon Prime Video che stanno spingendo da un’altra direzione ma sempre sulla tv tradizionale: sono nuove forme di televisione che si sovrappongono con quest’ultima per i momenti di fruizione e i dispositivi di consumo. Dalla loro hanno un’elevata qualità di brand e tecnologie di profilazione e raccomandazione su cui hanno fatto ingenti investimenti. Netflix, in particolare, è un benchmark: una quantità di contenuti scripted, soprattutto serie, declinati in sottogeneri targetizzati con cui colpire tutti i possibili spettatori. Il passaparola che si genera non è di poco conto (le serie sono un argomento ormai comune di conversazione), perché Netflix sta riuscendo a porsi sia come piattaforma aggregante che forma di gratificazione tutta per sé. Soprattutto, però, Netflix e Prime Video stanno spingendo su un tipo di contenuti finora ad appannaggio della tv tradizionale, free o pay, ovvero reality, sport e live.