Pubblicato il 17/07/2020, 17:31 | Scritto da La Redazione

Fabio Fazio riparte da Rai3. E sembra anche contento

Fabio Fazio riparte da Rai3. E sembra anche contento
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il conduttore torna nella rete da cui era partita e dove ciclicamente finisce. Come racconta in questa intervista a “La Repubblica”.

Fabio Fazio “Riparto da Rai3 è stata la mia scuola”

La Repubblica, pagina 32, di Silvia Fumarola

Sottofondo di cicale canterine, Fabio Fazio è nella sua casa in Liguria mentre a Roma il direttore di Rai 3 Franco Di Mare gli dà il benvenuto: «Il suo arrivo è un approdo per una ripartenza, per affrontare nuove sfide: festeggia sulla terza rete il diciottesimo anno di vita del suo programma. Fabio è un asset non solo di Rai3 ma dell’azienda».

Fazio, come a Monopoli, lei è nella casella “riparti dal via”. Che effetto fa?

«Rai 3 è la mia rete, sono molto contento di tomare e di trovare l’entusiasmo del direttore Di Mare. Costruiremo cose nuove, sento che sarà un bel rapporto».

Quindi oltre a “Che tempo che fa” prepara un nuovo progetto?

«Sto ragionando su un programma dedicato alla storia della televisione, lieve, leggero: sto mettendo da parte pezzi di repertorio».

Sul modello di “Anima mia”?

«Quello era gioco personale dedicato alla tv degli anni 70, che ha dato vita a molti tentativi di imitazione. Stavolta saremo più larghi».

Facciamo un po’ di storia? Approda a Rai3 dopo essere stato a Rai1 e Rai2

«A Rai 1 sono stati due anni difficili ma entusiasmanti, quasi 4 milioni di media con un programma di parola, che costa la metà di qualsiasi varietà. E non lo dico io ma la Corte dei conti, ci ha esaminato ai raggi X. Poi ci hanno spostato su Rai 2 e Che tempo che fa è stato il più visto della rete. Credo – immodestamente – che sia vitale e stimato dal pubblico. L’altro giorno su Prima online è uscita la classifica dei programmi più seguiti sui social ed è primo anche quando non siamo in onda, con 24 milioni di views. Ho finito di imbrodarmi».

Bene. Gli “anni difficili ma entusiasmanti” hanno coinciso con gli ha attacchi dell’ex ministro dell’interno Salvini, che l’ha citata 123 volte. Come li ha vissuti?

«Diciamo che è accaduta una cosa inusuale: un rappresentante delle istituzioni contro un conduttore. L’atteggiamento della politica nei mie confronti non è stato irrilevante ma ho la fortuna di fare un mestiere che si rivolge al pubblico, conta la stima delle persone. E il trentottesimo annodi Rai, contano la sostanza e la maturità».

In cosa è diverso II suo programma?

«È intrattenimento e approfondimento, passo dall’intervista al primo ministro a fare la spalla a Luciana Littizzetto, poi arriva Frassica. C’è una quantità di linguaggi all’interno che è un po’ come andare sulle giostre».

Si considera figlio della Ral 3 di Angelo Guglielmi?

«Incontrai prima il professor Rossini, poi l’arrivo di Guglielmi rivitalizzò Rai 3, dov’ero arrivato grazie a Mario Colangeli. Bruno Voglino era il padre del varietà con Guido Sacerdote e Antonello Falqui. Racconto come se fossi un marziano quando ero in radio a Black out (1982) con Sacerdote, Luciano Salce, Enrico Vaime, Simona Marchini. Grazie a loro ho fatto un master di gusto e  linguaggio»

 

 

(Nella foto Che Tempo Che Fa)