Pubblicato il 15/07/2020, 17:32 | Scritto da La Redazione
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Agcom e Privacy, passano i candidati di Berlusconi

Agcom e Privacy, passano i candidati di Berlusconi
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il Parlamento ha eletto i nuovi membri del Garante della Privacy e dell’Autorità delle Comunicazioni. Una vittoria per Forza Italia, appoggiata da Pd e 5Stelle.

Agcom, sì ai candidati di B. Malumari 5S du Di Maio

Il Fatto Quotidiano, pagina 7, Ilaria Proietti

Il sudoku, livello difficile, è stato completato con successo. Dopo oltre un annodi stallo sono stati rinnovati i collegi del Garante perla Privacy e dell’Autorità per le comunicazioni. Quest’ultima particolarmente cara a Silvio Berlusconi che a fine giornata è più che felice con l’elezione di componenti non certo ostili alle aziende di famiglia: in particolare Laura Aria, dirigente del Mise il cui nome da mesi circolava come candidata in quota Forza Italia. E Antonello Giacomelli, già sottosegretario alle telecomunicazioni eletto alla Camera con il Pd, da sempre in ottimi rapporti con Gianni Letta. La cui candidatura non è stata ostracizzata dal M5S nonostante l’ostilità da parte dei gruppi parlamentari pentastellati a far transitare deputati e senatori in carica direttamente nelle Autorità indipendenti.

ORA IL FATTO che i vertici del Movimento non abbiano sollevato il caso, nell’ambito delle trattative di maggioranza sulle nomine, ha creato qualche malumore. Almeno tra quei pentastellati meno propensi ai patti con il Cavaliere che si profilano all’orizzonte. E che faticano a digerire l’idea che Luigi Di Maio abbia incontrato nei giorni scorsi Gianni Letta per discutere di legge elettorale e per chiudere i giochi per l’Autorità così delicata per il gruppo Mediaset. Certo non è sicuramente sospettabile di simpatie berlusconiane Elisa Giomi, pure lei eletta nel collegio Agcom: professoressa universitaria molto attiva negli studi di genere e sul linguaggio sessista nella comunicazione, su di lei ha puntato il Movimento 5 Stelle “per premiare merito e competenza”. In casa 5S la decisione si è accompagnata al solito calvario. Perché si era in prima battuta fatto avanti Emilio Carelli che sognava l’Agcom a coronamento della carriera: dopo lungo dibattere attorno alla questione delle porte girevoli ritenute inopportune (per tacere dell’antico rapporto lavorativo con il Cavaliere), ha fatto un passo indietro forse nel timore che nel segreto dell’urna i suoi lo avrebbero impallinato.