Pubblicato il 13/07/2020, 14:01 | Scritto da La Redazione
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Ibarra di Sky: Ecco perché ci siamo buttati sulla Rete

Ibarra di Sky: Ecco perché ci siamo buttati sulla Rete
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il numero uno della pay tv italiana, in un'intervista al "Corriere della sera", spiega la svolta industriale.

“Investiamo sulla rete Sky WiFi una svolta per il mercato dei contenuti”

Corriere della Sera, pagina 6, di Federico De Rosa

Lei ha guidato Wind e gestito l’integrazione con Tre in Italia, poi Kpn in Olanda. Venendo dalla telefonia sa bene che il mercato è già saturo e piuttosto affollato. Quindi a cosa punta Sky con l’offerta WiFi?

«Con WIFi entriamo in un nuovo segmento che permette a Sky di offrire il primo vero servizio TriplePlay in Italia. La nostra scelta nasce da due considerazioni: la prima riguarda la tendenza che abbiamo notato alla fruizione dei contenuti video, decisamente dominante in termini di traffico. La seconda è che nella visione dei contenuti il broadband è quello che fa la differenza. Quindi, nel momento in cui una tv a pagamento come Sky decide di spostarsi sempre di più verso un’offerta on-demand e lo streaming, il binomio tv-contenuti e qualità della connettività diventa una variabile critica di successo. In realtà c’è anche una terza considerazione: sia per la voce sia perla banda larga, il maggior consumo avviene in casa. E’ un trend che il lockdown ha accelerato, ma che era in atto da diversi anni e che si consoliderà sempre di più. Quindi la casa sta diventando il luogo nel quale si fruisce di tutti i contenuti. Tutto l’entertainment sarà all’interno dell’abitazione, con servizi aggiuntivi, come quelli per la smart home, che faranno perno sulla banda larga».

Serie tv e film sono la «killer application» per entrare nelle case e aggiungere “pezzi” di offerta?

«Il servizio WIFi ci permette di offrire finalmente una nuova esperienza. Per una società di contenuti come Sky è importante poter scegliere quale tecnologia fornire ai clienti per consentirgli di avere la migliore esperienza possibile all’interno dell’abitazione, con la possibilità di ampliare il portafoglio servizi. Attraverso la tecnologia “mesh” Sky WIFi è in grado di calibrare la banda in base all’utilizzo sui diversi device in casa, dando a tutti sempre la massima qualità e velocità».

Il lockdown vi ha permesso di studiare ancora meglio le abitudini dei vostri abbonati. Di quanto è aumentato il traffico su Sky?

«Prima del lockdown contavamo una media di 44 milioni di titoli scaricati al mese, nello stesso periodo dell’anno precedente erano 36,5 milioni. Durante il lockdown siamo saliti a 68 milioni, il 5o% in più e il delta è rimasto quasi inalterato. Ma la cosa forse più importante che abbiamo notato è come il consumo si sia spostato sempre di più dai canali lineari, che restano comunque rilevanti nell’offerta, all’on-demand, legato anche alla penetrazione della nostra piattaforma Q».

Se guardiamo al mercato dei media si nota una spinta verso il consolidamento per settori: Mediaset sta cercando di far nascere Mfe che si pone come polo europeo per le tv lineari, Banijay ed Endemol si sono messe insieme creando un leader nei contenuti, Tim e Open Fiber potrebbero integrare le reti. Perché nel suo business il modello triple play dovrebbe essere quello giusto?

«Ne sono convinto perché il cliente vuole un unico servizio che possa combinare contenuti e connettività in modo efficace. Se il presupposto è che la casa, come già si vede oggi, diventerà sempre di più il centro dove si consumano contenuti video, combinando connettività e contenuti l’elemento centrale diventa l’esperienza. Prendiamo la piattaforma Sky Q disponibile anche in versione web: la puoi comprare, portare a casa e attivare subito perché è plug&play. Se il cliente aggiunge anche il servizio WiFi, pensato proprio per questa piattaforma, si ritrova con un vantaggio in più che non è solo tecnologico ma di esperienza».

 

 

(Nella foto Maximo Ibarra)