Pubblicato il 09/07/2020, 11:35 | Scritto da La Redazione
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Sky si gioca la partita decisiva sui diritti tv del calcio

Sky, ricorso contro i vincoli sul web Le mosse sui diritti della Serie A

Corriere della sera, pagina 32, di Federico De Rosa.

Sky Italia prova a riaprire la partita sui diritti per il web, impugnando il divieto di trasmettere esclusive imposto dall’Antitrust e confermato lo scorso 4 giugno dal Consiglio di Stato. Nei giorni scorsi i legali del broadcaster hanno presentato un ricorso per revocazione, con domanda cautelare, contro la sentenza che ha inibito Sky dal trasmettere su Internet eventi in esclusiva fino al 2022.

II dispositivo del Consiglio di Stato ha ribaltato la decisione del Tar del Lazio, che a marzo di quest’anno aveva liberato Sky dai vincoli imposti dall’Antitrust al momento dell’acquisto di Mediaset Premium, tra cui le limitazioni sul web. Secondo i legali di Sky che hanno presentato il ricorso – seguendo una procedura non frequente, ammessa quando si ravvisino evidenti e provati motivi – la sentenza del Consiglio di Stato si basa su fatti dati per acquisiti, ma che in realtà non lo sarebbero, seguendo un modello concettuale giuridico sbagliato. Per questo hanno ritenuto che la posizione assunta dai supremi giudici amministrativi possa indurre a una ridefinizione della sentenza. Sarà lo stesso Consiglio di Stato a doverlo stabilire, ovviamente in una composizione diversa da quella che ha giudicato il ricorso precedente.

Le strategie di Sky

La decisione ha un impatto diretto sulle strategie della società guidata da Maximo Ibarra, che con il ricorso punta a riprendere spazio di manovra, soprattutto in vista della prossima asta per i diritti della Serie A. Tanto più ora che Sky è sbarcata sul mercato broadband, dove la possibilità di offrire contenuti «premium», come le partite di Serie A in esclusiva può fare la differenza. Al momento Sky si troverebbe nell’impossibilità di replicare lo schema attuale, che la vede insieme con Dazn spartirsi dieci match a settimana in esclusiva. Ma potrebbe essere un ostacolo anche per la stessa Lega, che rischia di dover rinunciare al «premio» implicito nella vendita di esclusive.