Pubblicato il 01/07/2020, 19:02 | Scritto da La Redazione

Bortone fa rima con pitone

Bortone fa rima con pitone
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: dopo tre anni, Serena lascia “Agorà" per approdare al pomeriggio di Rai1. “Devo dire grazie a Mino Damato: al mio primo giorno di lavoro mi chiese di procurargli un serpente per La Toya Jackson. Ho capito lì che se ti impegni tutto è possibile”.

Serena Bortone: “Il mio faro? La gente è lo spettacolo più bello del mondo”

La Stampa, pagina 27, di Maria Berlinguer.

Che programma sarà Ogni mondo è Paese?
«Cercherò di raccontare l’Italia con un approccio positivo e empatico. Ci aspetta un anno difficile e l’informazione ha un ruolo importante per la coesione del Paese. Soprattutto l’informazione del servizio pubblico. Mai come quest’anno ho provato questa sensazione, mi sono sentita, con tutta la mia squadra, utile».
In che senso?
«Ricorderò tutta la vira il momento che sono entrata in studio sola e si sono accesele telecamere per collegarci con i nostri valorosi inviati davanti agli ospedali di Brescia, Bergamo, in Veneto. L’Italia è stata divisa in due, dovevamo tenere insieme il Paese, raccontare quello che stava succedendo, per far sentire che il servizio pubblico c’era. Ho visto le lacrime dei medici che non potevano curare tutti. Abbiamo dato voce ai lavoratori essenziali, a partire dalle cassiere dei supermercati. Nei giorni della pandemia abbiamo avuto anche un milione e 100 mila telespettatori, il 10/11% di share. Non lo dico per vantarmi ma con orgoglio perché hanno scelto noi per informarsi. I12 giugno è stata la puntata clou coni] professore Ippolito che ha fatto un appello e si è messo a piangere: non dissipate il sacrificio degli italiani di questi mesi, ha chiesto. In collegamento c’era la signora Marisa che ha perso il marito fondatore della protezione civile di Codogno. Ha detto che quando vedeva i nostri servizi si sentiva meno sola. Questa è la cosa più importante».
Il servizio pubblico è stato all’altezza? Molte star non sono andate in onda.
«È stata la task force aziendale a decidere di chiudere alcuni programmi. Mara Venier per esempio è andata in onda. In ogni caso noi siamo giornalisti. Quello che abbiamo passato ce lo stiamo un po’ scordando. Siamo in fase di rimozione collettiva. Questo è stato il primo lutto collettivo per la nostra generazione, non è stata una guerra perché non avevamo i nazisti in strada ma è stata un’esperienza devastante. Se fosse venuta meno l’informazione il Paese si sarebbe diviso. Per questo volevo andare in onda a tutti i costi ».

 

(Nella foto Serena Bortone)