Pubblicato il 29/06/2020, 14:34 | Scritto da La Redazione
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Monica Maggioni, carrierista controvoglia

Monica Maggioni: “Torno al giornalismo. Non volevo fare il capo”

La Repubblica, pagina 29, di Silvia Fumarola.

Tora a fare il suo lavoro, la giornalista. Le è mancato?
«Il mio ritorno, da tempo, faceva parte delle conversazioni tra me e l’ad Fabrizio Salini. A lui l’idea piaceva, io sentivo il richiamo del giornalismo tipo canto delle sirene. È tutto quello che pensavo di fare: non volevo fare né la manager né il capo del mondo, solo il mio mestiere. Si sono create le condizioni perché accadesse».
Com’è costruito “Sette storie”?
«Ho fatto la giornalista sul campo, la documentarista. La dimensione del racconto – entrare in una storia – è quello che mi piace di più: m’interessa attraversare la realtà e farmi sorprendere, specie nei casi in cui io stessa voglio capire».
Difficile farlo In piena emergenza Covid-19?
«Ho costruito il programma come se fosse un documentario, sono in esterna, col limite di non poter andare in una serie di posti. Per le interviste ho usato Skype. Il tentativo è trovare un linguaggio che vada per assonanze e successioni, un modo di raccontare inconsueto, con uno sforzo per ricostruire le storie dove sono avvenute. Non inizierò la puntata dicendo “Buonasera”».
Da dove parte?
«II viaggio inizierà con il racconto dell’America dilaniata dalla questione razziale. Nel novembre del 2008 ero tra quelli che raccontavano Obama a Liberty Park a Chicago. L’America di oggi sta sorprendendo un po’ tutti, e per chi era L quel giorno il senso della questione irrisolta è forte. Un modo per capire è indagare non sapendo tutte le risposte e intervistando i super cattivi, per scoprire cosa gli passa per la testa. Anche quelli che dicono cose che non ci piacciono per niente. Cominciamo senza pregiudizi, non li sopporto».

 

(Nella foto Monica Maggioni)