Pubblicato il 24/06/2020, 18:30 | Scritto da Gabriele Gambini
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CCN su Comedy Central: Michela Giraud se la ride tra Strapaese e Stracittà

CCN su Comedy Central: Michela Giraud se la ride tra Strapaese e Stracittà
Torna il late night di Comedy Central (canale Sky 128) da mercoledì 24 giugno alle 23.00. Il nuovo volto del programma-contenitore di comicità ispirata alla stand up è Michela Giraud. Raccoglie il testimone da Saverio Raimondo.

Ospite della prima puntata di CCN il sindaco di Milano Beppe Sala. Nelle puntate successive si altereranno: Gigi D’Alessio, Costantino Della Gherardesca, Levante, J-Ax, Ema Stokholma, Mario Tozzi e Sofia Viscardi.

La diatriba non è nuova. Da quando la stand up comedy – satira politicamente scorretta di matrice anglosassone che se ne frega dei temi congiunturali e demitizza l’impegno politico – cinge d’assedio il castello della comicità italiana, difeso col fuoco greco dagli alfieri della commedia dell’arte e delle maschere da tormentone, il pubblico ha cominciato a schierarsi. Di solito i giovanotti post-hipster che vivono nelle grandi città e si nutrono di abbondanti libagioni di Rick Gervais e soci, votano per la stand-up. Chi ha passato la quarantina, ha conosciuto la Rai di una volta, e poi Zelig, Colorado, magari il mitico Derby, predilige le stoccate di fioretto delle maschere all’italiana. C’è una terza via. Chi sostiene che si possa fare satira abrasiva senza perdere il gusto della tradizione. Lo disse Claudio Bisio ai nostri microfoni. Lo fece Daniele Luttazzi negli anni ’90, attingendo dal repertorio anglofono. Lo fecero la Gialappa’s band, Paolo Rossi, Cochi e Renato.

A un certo punto su Comedy Central arrivò Saverio Raimondo, l’uomo che col suo DopoFestival fece rizzare i capelli in testa ai dirigenti Rai. L’artista che trova più satirico scivolare su un preservativo usato anziché su una buccia di banana. Col suo CCN, per cinque anni aveva trovato la formula per coniugare interventi a gamba tesa sugli argomenti internazionali spinosi e intrattenimento puro. Ragionando sui meccanismi che presiedono l’innesco della risata.

Oggi Raimondo passa il testimone alla trentaduenne Michela Giraud. Sarà lei a condurre il tg satirico, su modello dei late night show, in onda su Comedy Central da mercoledì 24 giugno. La formula resta invariata. Ospiti, rubriche tematiche, incursioni pop, pensate col gusto della rielaborazione internazionale. Michela Giraud si ispira dichiaratamente a modelli come Ellen DeGeneres e Amy Schumer. Sfatando il luogo comune, in Italia resistente, che le donne siano meno abili dei maschietti nel far ridere. «Saverio mi ha insegnato tutto, l’ho chiamato quando lo show mi è stato affidato e mi ha risposto: “Scordati com’era, lo devi fare a modo tuo” ».

Sarà coadiuvata da Edoardo Ferrario nei panni di un immancabile virologo, Emanuela Fanelli che scimmiotterà le influencer, Martina Catuzzi e Francesco Marioni. Spazio a rubriche in stile mini-fiction: Tentazioni, parodia di Temptation Island, dove coppie celebri della storia come Dante e Beatrice si ritroveranno alle prese con corna e questioni di talamo, Un pasto al sole, dove la Giraud cercherà di usurpare il ruolo di Marina Giordano all’attrice della serie, Nina Soldano. Il sottotitolo del programma, con tanto di hashtag, è #EilGiornalismoScompare, ammiccamento neanche troppo velato a una canzone di Elettra Lamborghini, ugola di riferimento dei teenager che al gruppo Viacom Italia deve molta della sua popolarità.

Quel che non scompare, in tempi di pandemia distopica, è il bisogno di ridere. Poco importa in quale maniera. Michela fa sua ciò che la retorica chiamerebbe “urgenza”: «Nasco attrice, la comicità mi ha permesso di soddisfare il bisogno di dire delle cose che non riuscivo a esprimere in altro modo». Da lì ha iniziato la carriera e non ha mai perso la corriera. Da Colorado a Viva RaiPlay con Fiorello, passando per la Tv delle Ragazze Gli Stati Generali 1988-2018 su Rai3 e per il suo debutto cinematografico con Permette? Alberto.

Il suo CCN promette di contaminare i generi, di essere un tg satirico specchio deformante del mondo che cambia,un po’ strapaesano, molto stracittadino, provando a opporsi all’uso utilitaristico del linguaggio generalista senza spocchia. Da stasera ne verificheremo la consistenza.

Gabriele Gambini

(nella foto Michela Giraud)