Pubblicato il 19/06/2020, 11:32 | Scritto da La Redazione

Puntuale, ecco l’intervista-denuncia di Fabio Fazio

Puntuale, ecco l’intervista-denuncia di Fabio Fazio
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: si scomodano in due, Marco Travaglio e un suo collaboratore, per porgere domande-assist. E consentire al conduttore di recitare il ruolo del perseguitato nel ribellarsi alle nuove norme sui conduttori-produttori decise da Fabrizio Salini. “Da tempo mi viene riservato un trattamento che non ha eguali né precedenti”.

Fabio Fazio: “Basta farmi la Guerra. Non mi vuole? La Rai lo dica”

Il Fatto Quotidiano, pagina 6, di Marco Travaglio e Alessandro Ferrucci.

C’è nuvolo che chiama tempesta dalle stanze di Che tempo che fa. «Adesso basta: parlo poco, ogni due anni, ma la norma “anti- Fazio” approvata dal Cda mi obbliga a dire la mia». Dallo studio di casa, circondato dai Vhs dei tempi de l’Unità, come Aristogatti, Il vigile di Sordi e Palombella Rossa di Moretti, oltre ai Telegatti vinti (“sono otto”), Fabio Fazio torna sulle accuse di tutti questi anni.

Insomma, la norma…
Trovo ogni limite superato. Qui entriamo nel campo dell’inaccettabile: da tempo mi viene riservato un trattamento che non ha eguali né precedenti.
Quindi?
Adesso basta.
Quando partì la guerra?
Tre anni fa, quand’ero già serenamente avviato altrove e la Rai mi chiese di restare. Mi scappò detto che la politica non doveva più entrare nella tv. Da allora iniziò la guerra, perchè quella mia frase fu letta come una questione personale. Uno stillicidio continuo, un linciaggio senza eguali né giustificazioni.
Aveva un accordo con Discovery.
Non voglio specificare, per policy con la controparte.
Lo diciamo noi.
(Sorride) Quando sono rimasto, l’intento dell’azienda era di portarmi su Rai1, un po’ quello che aveva anticipato Freccero, definendo Che tempo che fa “il più bel programma di Rai1” quand’ero ancora a Rai3
E…
Su Rai1 abbiamo coperto dalle 20.30 a mezzanotte per un costo a puntata di 300mila euro per la mia società, più 100mila di costo generali Rai.
400mila complessivi…
Sì, ma di solito in quella fascia va una fiction di due ore, a una media di 750mila euro l’ora.
Su Rail è stato due anni.
Prima del mio arrivo Rai1 faceva in media il 15,19%: con me il 16,3 il primo anno e il 15,49 il secondo. Ma solo nel 2018-’19 ho subìto 120 attacchi dall’ex ministro dell’Interno.
Li ha contati tutti.
Per l’esattezza sono 123; se vieni attaccato dal capo del Viminale, hai una vita normale e due figli da portare a scuola, non sai mai chi sono i seguaci del ministro…
In Rai l’hanno difesa?
123 attacchi, 123 silenzi. E dopo due anni il trasloco su Rai2.
Coincidenza?
No: mai avuto il numero di telefono del direttore di Rai1 (Teresa De Santis, ndr); forse non è chiaro, ma sono uscite notizie false, han ribaltato i costi di produzione attribuendomeli come guadagni: i 400mila euro diventavano uno stipendio da 12 milioni l’anno per 4 anni.
Complimenti.
S’è mossa persino l’Anac. Poi la Corte dei Conti ha dimostrato che il programma costa meno della metà di qualunque altro varietà della stessa fascia oraria.
Qui c’è un “però”…
Sono scelte editoriali, per me legittime, ma la “norma anti-Fazio” no. E non basta: hanno chiesto a tutti di ridursi il compenso, e ho accettato. Solo io, però. Sono stufo di dovermi difendere per il mio lavoro. Anche perché mi dicono che il mio programma è interamente coperto dalla pubblicità: ho chiesto i dati, invano. Ma il listino Sipra dà gli spot durante Che tempo chef a a 50mila euro ogni 15 secondi, e io ne ho 18 minuti.
Pure il renziano Michele Anzaldi è uno dei suoi nemici più costanti.
Mai conosciuto, non saprei neanche riconoscerlo per strada; trovo strano, per essere gentili, che visto il suo mestiere (è in Vigilanza Rai. ndr) dovrebbe conoscere bene la situazione, eppure è un continuo.
Ora i vertici Rai pongono un nuovo tema: chi conduce non può produrre.
Sono entrato in Rai nel 1983 con Raffaella Carrà, non avevo ancora compiuto 19 anni; quindi mi sento più Rai della Rai…
Ha superato Mike. No, lui no.
(Si alza e torna) Ecco la sedia che mi regalò lui. Chiesi: `Come mai?’. E Mike: `Perché, stai in piedi a casa?
Dicevamo…
Ho lavorato internamente fino al 1999, poi ho iniziato con le coproduzioni, che sono la vita stessa dell’azienda, da Fiorello ai pacchi a Ballando.
Perché auto-prodursi? Non può farlo la Rai?
Per controllare il prodotto, accade pure per Bonolis, De Filippi, Floris. La Scala ingaggia artisti da fuori. E poi potevano dirmelo prima della firma del contratto, che non si poteva. Mi sarei regolato diversamente. La Rai ha ottime professionalità, ma da azienda pubblica ha troppe regole, anche le più impensabili, che rendono impossibile la produzione interna.
Esempio?
Vai in onda di domenica, ma l’ufficio scritture chiude il venerdì. Non puoi comprare nemmeno i fiori: c’è l’Ufficio acquisti. Così è impossibile fare dall’interno programmi complicati come il nostro.
Perché fanno la guerra proprio a lei?
Risposta presuntuosa: forse non sono vissuto come un professionista della tv, ma come un avversario politico.

 

(Nella foto Che Tempo Che Fa)