Pubblicato il 08/06/2020, 11:34 | Scritto da La Redazione
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I pizzicotti di Barbara Palombelli

“Duello con la Gruber? Stesso parrucchiere, lei non è una rivale”

La Stampa, pagina 29, di Maria Berlinguer.

Una sfida tutta al femminile. Come vive la concorrenza?

«Con Lilli ci conosciamo da una vita, sono stata anche un suo autore. Era il periodo dell’euforia per Mario Segni, il ’92, con Massimo Franco abbiamo firmato, “Al voto, al voto”. Poi lei è stata a lungo all’estero, ma abbiamo sempre avuto un buon rapporto. “Otto e mezzo” l’ho persino condotto con Giuliano Ferrara. Tra noi non c’è rivalità, ci incontriamo dal parrucchiere, Roberto D’Antonio, condividiamo l’interesse per la politica e probabilmente anche dell’altro. La nostra sfida non è con lei che va in onda da tanto e pub contare sul formidabile traino del Tg di Mentana, secondo me uno dei migliori. Ma con il pubblico. L’anno scorso Piersilvio ci ha chiesto di cambiare la natura di Retequattro, mi sembra che ci siamo riusciti».

Un passaggio difficile?

«Sì. La rete ha un ascolto molto trasversale, noi, e penso soprattutto al capo progetto, Alessandro Usai, senza risse, senza comici e senza trucchi abbiamo cercato di spiegare quello che succedeva andando sempre in diretta. Siamo stati critici con il governo giallo verde e altrettanto lo siamo stati con quello Zingaretti-Di Maio. Certo quest’anno è stato tutto molto più difficile. Con il virus. Quando riscriveremo la storia di questi mesi il calendario sarà importante per capire cosa è successo».

In che senso?

«Ci hanno preso in giro tutti a febbraio quando ho cominciato a chiedere di stare a casa e indossare le mascherine. Era il 23, il 27 Sala e Zingaretti hanno organizzato gli aperitivi con lo slogan Milano non si ferma. E le stesse cose dicevano Salvini e Renzi. Un messaggio devastante per il Nord che infatti è partito in massa per la settimana bianca. Era il periodo in cui si postavano foto mangiando gli involtini primavera per dimostrare di essere amici dei cinesi, per carità non è che ce l’ho con i cinesi, ma diciamo che mi sono sembrate cose fuori luogo. Sono stata preveggente? No, ma sono una fifona e per fortuna ho capito la tragedia che stava capitando grazie a Melania Rizzoli che mi inviava gli algoritmi dove si vedevano i centomila contagiati in prospettiva e all’oncologo milanese Garbagnati che ci ha accompagnato per tutta la stagione. All’inizio tutti facevano ironia sul virus. Bisognerà ricostruire giornalisticamente quelle due settimane, per vendicare e risarcire tutte quelle persone che sono morte da sole. Noi la mascherina l’abbiamo cominciato a usare il 20 febbraio, lo rivendico».

 

(Nella foto Barbara Palombelli)