Pubblicato il 03/06/2020, 14:02 | Scritto da La Redazione

Enrico Brignano sbriciolato da Aldo Grasso

“Brignano tutto casa e teatro!”, l’affettuoso mormorio del nulla

Corriere della Sera, pagina 55, di Aldo Grasso.

Difficile recensire uno «speciale» di Enrico Brignano, la registrazione dello show che il comico romano ha messo in scena pochi mesi fa: Brignano tutto casa e teatro! (Rai2, lunedì). Non parlarne (sarebbe la cosa più facile) è segno di disprezzo; tesserne l’elogio è arduo, quando un comico non ti fa ridere. Resterebbe la terza opzione, sapendo di andare incontro al risentimento dell’interessato e alle sue spiritosaggini.

Per fortuna ci viene incontro Giorgio Manganelli (per il tramite di una mediazione sfavillante regalataci da Alessandro Piperno su La Lettura) a spiegare che la recensione è un’arte la cui minorità è sancita dall’esiguo spazio a disposizione. È un esercizio di stile gratuito, autonomo, doverosamente succinto. Brignano si lamenta che il critico è un poveraccio, un condannato, un infelice costretto a vedere tutto quello che passa il convento, anche le cose più immonde (di qui la sua costante malmostosità). Manganelli ribalta le carte: lo spettatore professionista — nel suo pantagruelico ecumenismo — è un sincero democratico; o se preferite, uno di quei gran signori che amano il popolo (e il pop) senza demagogia.

 

(Nella foto Enrico Brignano)