Pubblicato il 01/06/2020, 14:01 | Scritto da La Redazione

Sono la Ricciarelli. E ne ho un po’ per tutti

Katia Ricciarelli: “Mi tocca fare la posta del cuore”

Libero, pagina 21, di Francesca D’Angelo.

La posta del cuore è un appuntamento notoriamente stucchevole. Ma non se c’è lei. Katia Ricciarelli è infatti una donna che va dritta al punto: agli aspiranti tenori, che non hanno talento, dice chiaramente di lasciar perdere («inutile buttare soldi per niente, visto che chi è bravo inizia a guadagnare non prima dei 25 anni») e a noi, quando incominciamo a parlare di terza età, avvisa: «State attenti a dare della vecchia a chi ha più di 70 anni…». La Regina della lirica promette insomma di portare un’iniezione di vitalità nella nuova stagione di lo e te, al via oggi su Rai Uno alle ore 14.

Quale sarà il suo ruolo? 

«Lo capirò bene quando andremo in onda (ride, ndr). So solo che affiancherò Pierluigi Diaco all’inizio e nella rubrica dedicata gli animali, per poi rispondere alla posta dei lettori: non ci sarà un copione vero e proprio e la cosa mi piace molto perché non amo essere telecomandata…».

Perché aggiungere una rubrica sugli animali in uno show dedicato all’amore?

«Beh, direi che se lo meritano eccome! Io per esempio non sarei riuscita a superare facilmente i due mesi di isolamento senza la mia cagnolina Ciuffi».

Nel programma si parlerà anche di nonni che, oggi più che mai, sono “genitori di ritorno”: questo nuovo ruolo sociale è una conquista o un preoccupante segno del tempi?

«Per le persone anziane è fondamentale sapere che qualcuno, come i propri figli o i nipoti, ha ancora bisogno di loro. Molte persone si spengono quando vanno in pensione, quindi ben venga avere delle responsabilità. A patto però di non approfittarsene: non va bene chiedere troppo ai nonni».

In questi mesi molti genitori si sono accorti che è impegnativo avere figli: Possibile che questa consapevolezza arrivi solo ora?

«Eh, il Covid-19 sarà una canina tornasole per molte famiglie. Probabilmente in molti divorzieranno… Il fatto è che prima del lockdown i genitori lavoravano tutto il giorno e di fatto a seguire i figli erano i nonni o la tata. E in queste situazioni che i bambini si sentono trascurati e crescono come non dovrebbero».

 

(Nella foto Katia Ricciarelli)