Pubblicato il 29/05/2020, 14:04 | Scritto da La Redazione
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L’addio di Salini alla Rai sembra una serie televisiva

L’addio di Salini alla Rai sembra una serie televisiva
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: “L’eventualità che io mi dimetta è del tutto esclusa”, fa sapere l’amministratore delegato. Perché la sua uscita, come ha scritto TVZoom, ora metterebbe in crisi il Governo. Che sta cercando un successore ad interim.

Le due ipotesi sulle quali si attorciglia il nuovo debole equilibrio Rai

Il Foglio, pagina 4, di Valerio Valentini.

Ci sono circostanze in cui le reazioni di chi ascolta fanno più rumore delle parole di chi parla. E così ieri pomeriggio, quando è arrivata la presa di posizione di Fabrizio Salini («L’eventualità che io mi dimetta è del tutto esclusa»), in parecchi, tra i corridoi di viale Mazzini e quelli di Montecitorio, hanno reagito con un’alzata di sopracciglio. Quasi che quel chiarimento, giunto dopo giorni di enigmatico silenzio dell’ad della Rai, venisse interpretato come il segnale di un quadro politico che fatica a ricomporsi, e dunque a definirei termini di un’operazione tra le più delicate che esistano, e cioè dare un nuovo assetto alla tv pubblica.

«Quel che è certo – dice un vecchio dirigente Rai – è che quando cambiano gli equilibri politici, a viale Mazzini o ci si adegua o ci si ammutina». E dunque la stranezza, semmai, sta nell’indolenza con cui la maggioranza giallorossa, ribaltato il tavolo del grillo-leghismo, abbia assistito, per quasi un anno, alla progressiva paralisi di quella che si pretende «la più grande industria culturale del Paese».

E se non ci fosse solo Netflix in ballo?

E al tempo stesso si comprende l’estrema resistenza di chi, all’improvviso, vede l’entropia della politica rimettersi in moto in maniera scomposta. Per questo Salini indugia, tentenna, cerca una soluzione che possa garantirgli una fuoriuscita dignitosa, ora che si sente scaricato perfino da quel Luigi Di Maio che nei colloqui privati ne disconosce la paternità. S’era parlato di Netflix come possibile approdo, o magari di una ricollocazione interna alla Rai.

Ma ci sarebbe anche un’altra via d’uscita, che ha il nome di una città australiana, ma che in realtà fa riferimento a un’azienda britannica: la Fremantle, colosso della produzione televisiva, che anche in Italia sforna format di successo, che poi è la vera passione di Salini.

 

NB: è arrivato un comunicato ufficiale di Fremantle secondo cui «in riferimento alle notizie riportate oggi da organi di stampa, il gruppo Fremantle (costituito in Italia da Fremantle Italia, Wildside e The Apartment) precisa che non vi è mai stato alcun contatto o trattativa con l’Amministratore Delegato Rai Fabrizio Salini, al di là delle normali interlocuzioni dovute ai rapporti commerciali tra le società di produzione e la televisione di Stato. Qualsiasi notizia che alluda a trattative in corso o passate è dunque totalmente destituita di fondamento».

 

(Nella foto Fabrizio Salini)