Pubblicato il 26/05/2020, 17:33 | Scritto da La Redazione
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E dopo due flop Tv e un certo Travaglio, Gad passa al Fatto

E dopo due flop Tv e un certo Travaglio, Gad passa al Fatto
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: reduce dai tonfi de “ ’approdo" e "La scelta" e dallo strombazzato addio a "La Repubblica", Lerner sceglie il fronte nemico del quotidiano fondato da Scalfari. Lo racconta debuttando con un articolo egoriferito e tirando in ballo i partigiani.

Che ci faccio al “Fatto” giornale senza padroni

Il Fatto Quotidiano, pagina 11, di Gad Lerner.

Colto sul Fatto! Fino a venerdì scorso l’idea di scrivere su questo giornale mi appariva remota. Ma certe decisioni si prendono in fretta, dall’una e dall’altra parte, di fronte all’evidenza di uno scenario che cambia nell’offerta di quel bene prezioso che è l’informazione. E allora, benché sussistano divergenze profonde su politica giudiziaria, carceri, immigrazione, ringrazio dell’invito ricevuto dopo le mie dimissioni da Repubblica e provo a motivare quella che considero una scelta obbligata. Ma assai stimolante.

Comincerei dalla differenza che passa fra una monarchia costituzionale e una monarchia  assoluta. Prendete Exor, la holding della famiglia Agnelli: nel 2015, pur diventando principale azionista dell’Economist (43%), ha accettato di non esercitare il suo peso per oltre il 20% del capitale; di essere rappresentata da un numero minoritario di membri nel consiglio d’amministrazione; e soprattutto di subordinare la nomina del direttore all’approvazione di un trust, cioè di un comitato di garanti. Monarchia costituzionale in versione anglosassone, appunto.

Un economista spiritoso, Salvatore Bragantini, a suo tempo auspicò su lavoce.info che Exor importasse lo stile inglese nei giornali acquisiti in Italia. La risposta è giunta il 23 aprile scorso col licenziamento senza preavviso di Carlo Verdelli, allorquando Exor assumeva la gestione operativa di Repubblica. Non m’interessa anticipare giudizi frettolosi sul suo successore e sul perché è stato scelto: suppongo l’editore sia soddisfatto dei risultati conseguiti da Maurizio Molinari alla Stampa, il quotidiano da lui precedentemente diretto. Diciamo che la meritocrazia è da sempre un criterio piuttosto elastico. Papa Francesco, in un discorso ai lavoratori dell’Ilva di Genova, giunse a dire che “il nuovo capitalismo tramite la meritocrazia dà veste morale alle disuguaglianze”. Mi accontento per ora di constatare che il capitalismo è per sua natura apolide, ma adatta i suoi parametri di governance ai diversi contesti in cui opera: qui da noi Exor ha optato per la monarchia assoluta.

 

(Nella foto Gad Lerner)