Pubblicato il 13/05/2020, 11:33 | Scritto da La Redazione
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E Morgan prese il mitra

E Morgan prese il mitra
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: in una lunga intervista il cantante annuncia la sua trilogia libraria, attacca Asia Argento, i colleghi cantanti e anche il ministro Dario Franceschini. Dalla raffica si salvano solo Vittorio Sgarbi e Tiziano Ferro.

Morgan: «Mi hanno lasciato solo»

Corriere della Sera, pagina 41, di Andrea Laffranchi.

II libro si apre con una lettera al ministro dei Beni culturali Franceschini e una proposta di legge per tutelare le case degli artisti…

«Il ministro avrebbe dovuto dire “giù le mani dalla casa di Morgan”. Era compito suo dire che aveva un valore artistico. Non si è degnato. Ha detto che non ci poteva fare nulla perché non era un edificio storico».

Chiede un privilegio?

«Sui social hanno reagito in molti così. “Chi ti credi di essere?”. Spero che l’aver vissuto in casa forzatamente abbia fatto capire a tutti il valore della propria abitazione. Io ho fatto un album che si chiama “Canzoni dell’appartamento” nel 2003 e a Sanremo nel 2016 con i Bluvertigo portammo “Semplicemente” il cui testo, come mostra una foto nel libro, è legato agli angoli della casa. Adesso che è tutto ammassato in un deposito ha perso il valore artistico».

Nella proposta di legge immagina un registro pubblico degli artisti. Non è rischioso che lo Stato decida chi è artista e chi no?

«È rischioso, ma si spera che sia un meccanismo osservato e vigilato. Non dovrebbe essere in mano al ministero, forse a un’authority».

Lei si immagina anche un questionario in cui il richiedente si dovrebbe autodefinire: esordiente, in ascesa, sopravvalutato, sottovalutato. Che croce barra?

«Sottovalutato. Lo stile musicale italiano non è conforme alla mia modalità espressiva: sarei dovuto nascere in America o in Inghilterra. Oppure in un altro momento: nei primi del 900 come Puccini».

Non le piace la musica italiana di adesso?

«È piatta, non c’è ricerca armonica, ha paura, è prostrata al gusto della gente».

Valore artistico a parte, I colleghi le sono stati vicini?

«Li chiamavo e sembrava avessero paura che gli chiedessi soldi. Non volevo quelli, volevo le loro opinioni, creare dibattito. Li disprezzo. Pensano solo al conto corrente, non hanno senso civico. Lo si capisce anche dai testi delle canzoni dei miei coetanei: non vorremo paragonarli a Vecchioni e Guccini, vero?»

Non salva nessuno?

«Vittorio Sgarbi, il Club Tenco, Pupi Avati, il senatore Pittoni, Sergio Staino… Nella musica Tiziano Ferro che è stato sensibile nonostante in passato avessi detto cose acide sul suo conto e, dal mondo underground, Lodo Guenzi, Angelica… e anche Bugo».

Pace fatta dopo Sanremo?

«Mi ha strumentalizzato. Mi ha fatto cantare mentre ero sotto sfratto… voleva solo il mio nome e la mia voce».

Perché «casa gialla»?

«Era come la chiamava Anna Lou, mia figlia che ho cresciuto lì nei primi 4 anni di vita. Pensate alla crudeltà di Asia.. Ora è tutto in un deposito, senza ordine».

Come sarà la prossima «casa gialla»?

«Ora vivo in corso Garibaldi a Milano in una torre… Non ne costruirò un’altra. Immagino una factory, un centro culturale con un hotel da una camera sola».

Dal suo archivio fotografico ha recuperato un servizio in cui posava senza veli e pesava 47 chili…

«Un crollo fisico dopo la fine della storia con Asia. Una notte mi guardai allo specchio: “domani potrei non essere più al mondo”. Chiamai Alice Pedroletti per testimoniare il momento».

«Essere Morgan» sarà una trilogia…

«Ho già fatto avere tutto a Elisabetta Sgarbi, il mio editore. Il secondo volume sarà Dov’è Bugo?, ricostruzione cinematografica, con nomi inventati, dei fatti sanremesi. Nel terzo, La canzone perfetta, insegno a scriverne una ad un fantasma alieno che si scoprirà essere mio padre».

 

(Nella foto Morgan)