Pubblicato il 11/05/2020, 14:01 | Scritto da La Redazione

Fuoco amico in casa Presta: Bonolis fa fuori Benigni

Se Benigni venera Conte gli spettatori cambiano canale

Libero, pagina 1, di Gianluca Veneziani

Nella sua nuova veste di esegeta delle Sacre Scritture, Benigni, dopo aver interpretato a modo suo a Sanremo il Cantico dei Cantici, rileggendolo con un inno all’amore libero, gay friendly e osé, due giorni fa si è cimentato nell’impresa ardua di adattare i Dieci Comandamenti all’attualità politica.

Ospite del Tg1, il comico toscano ha paragonato i decreti di Conte al Decalogo ricevuto da Mosè, attribuendo a entrambi un valore divino. «Quando Mosè è sceso dal Sinai con le Tavole della Legge», dice Benigni, «quello è stato il primo Dpcm della storia dell’umanità. E quando Dio disse “Io sono il Signore Dio tuo”, è un’autocertificazione, la prima».

Carattere provvidenziale

La metafora biblica serve a Benigni non solo per lanciare la replica del suo spettacolo I Dieci Comandamenti, in onda sabato su Rai1, ma soprattutto per giustificare la bontà delle misure prese da Conte. E mostrarne la legittimità e il carattere provvidenziale. «I Dieci comandamenti insegnano la libertà», spiega Benigni, «e in questo momento bisogna assolutamente seguire le regole» perché «le regole insegnano la libertà: siamo più liberi seguendo le regole». Quindi, se da due mesi siamo impossibilitati a uscire, se sono state sospese le più elementari libertà civili, se rischiamo di sentirci trasgressori, criminali o peccatori ogni volta che ci avviciniamo a un essere umano o osiamo entrare in una chiesa, non dobbiamo lamentarci. Perché non siamo prigionieri, ma liberi. E stiamo seguendo la volontà di Dio. Cioè di Conte.

Pertanto bando alle insofferenze e alle polemiche. Dobbiamo soltanto rivolgere un perpetuo inno di lode a Lui, il Misericordioso Giuseppi. E ringraziarlo per il dono della quarantena, testimonianza del suo immenso amore. «Questa fase 2», aggiunge Benigni, «la sto vivendo come una prova d’amore che ci sta dicendo quanto amiamo noi e amiamo gli altri» perché «le regole insegnano ad amare se stessi e gli altri». E allora preghiamo insieme il nostro Salvatore, uniamoci spiritualmente all’Altissimo, trasformiamo il suo nome in un “Con Te”, riconoscendo che è Lui il nostro unico Affetto stabile, il Congiunto a cui abbiamo legato le nostre anime. Dal Vangelo secondo Benigni, amen.

Bonolis batte l’amico

La predica di don Roberto, un tempo mangiapreti e oggi sacerdote del contismo, precedeva come detto la replica in prima serata de I Dieci Comandamenti, spettacolo del 2014 ora ricicciato sul servizio pubblico. Tuttavia, vuoi per quel lancio prono al governo, vuoi per quel senso di déjà vu che ha ogni cosa fatta da Benigni (anche quando non si tratta di una replica, il comico non fa che plagiare se stesso, come ha fatto a Sanremo, ripetendo ampi passaggi di un vecchio spettacolo), il programma è andato maluccio fermandosi al 14,2% di share, staccato di 8 punti da Bonolis che su Canale5, con la replica di Ciao Darwin, raggiungeva il 22,2%.

Va detto che, da quando è iniziata la quarantena, Rai1 non fa che prendere sberle il sabato sera, perdendo puntualmente contro la rete ammiraglia Mediaset: solo il Papa, il sabato pre-pasquale, è riuscito a rintuzzare gli attacchi di Canale5. Per il resto è stata perenne débâcle. Tuttavia Benigni doveva essere il pezzo da novanta, il jolly messo in campo per rimontare, un campione con un compito preciso: parlare di Dio per battere Darwin. Ma anche stavolta ha vinto Darwin…

 

(Nella foto Ciao Darwin)