Pubblicato il 29/04/2020, 19:02 | Scritto da La Redazione

Queste fiction vanno da Dio!

Queste fiction vanno da Dio!
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: “Unorthodox", “Califfato", "Layla M", "One of us…”. Spopolano le serie sugli integralismi religiosi. Che si tratti di ebrei o musulmani, il successo è mondiale.

Dentro gli integralismi religiosi con le serie tv

Avvenire, pagina 25, di Federica Zoja.

L’integralismo religioso si combatte mettendone a nudo contraddizioni, disumanità, strabismi. E’ questo il pensiero sotteso ai numerosi film, documentari, serie e mini-serie a disposizione on demand in questo periodo e dedicati ai radicalismi confessionali. Così, su Netflix, Unorthodox, mini-serie “gioiello” in quattro puntate, è diventata un caso internazionale, di quelli che corrono veloci sulle gambe del passaparola, di continente in continente. Proprio come la storia della protagonista, la diciannovenne Esty (interpretata dall’attrice Shira Haas), giovane americana cresciuta nella comunità ebrea chassidica Saturar di Williamsburg, a Brooklyn, e fuggita in Europa per rifarsi una vita. Ispirata alla biografia di Deborah Feldman, ex ortodossa allontanatasi dalla sua comunità di origine, la produzione è stata girata quasi interamente in lingua yiddish (la lingua di origine germanica parlata dagli ebrei aschenaziti e scritta con i caratteri dell’alfabeto ebraico) a New York, con il coinvolgimento di comparse, attori, consulenti chassidici. La serie, assieme al documentario di una ventina di minuti sul dietro le quinte, è diventata in tal modo una preziosa finestra sulla cultura, la religiosità, il pensiero ebraico ortodosso di alcune impenetrabili cerchie, avverse a qualsiasi progresso tecnologico, contaminazione linguistica e culturale. Nella soffocante realtà chassidica, manco a dirlo, l’uomo, obnubilato dall’integralismo acritico, si accanisce sulla donna, tenuta nell’ignoranza, svuotata della libertà di scelta in qualsiasi sua forma: l’abbigliamento, le amicizie, la scelta del partner, il controllo del proprio corpo. Una visione della relazione uomo donna che finisce per condurre all’infelicità anche il maschio, come coglie e propone con sensibilità la sceneggiatura attraverso la figura del giovane sposo di Esty, Yanky, innamorato e incapace di amarla al tempo stesso.

La galassia ebrea ortodossa è pure al centro della docu-fiction One of us (Uno di noi, 2017), storia di tre ebrei ortodossi americani “dissidenti”. Assai meno claustrofobico Shtisel (dal 2013 in poi, tre stagioni, di cui l’ultima in lavorazione), storia di una famiglia ebrea immaginaria che vive a Geula, Gerusalemme. Prodotto israeliano di grande successo nel mondo, a disposizione del pubblico italiano ora su piattaforma, è comunque controverso in patria, poiché intende descrivere gli ortodossi come individui ordinari.

 

(Nella foto Unorthodox)