Pubblicato il 21/04/2020, 19:03 | Scritto da La Redazione

Quanto fa sette per OTT? Risposta: LuxVide

Lux Vide ha sette idee per gli ott

ItaliaOggi, pagina 19, di Claudio Plazzotta.

La casa di produzione Lux Vide resta sempre uno dei più importanti ornitori per i palinsesti della Rai, con le serie Don Matteo, Che Dio ci aiuti, Un passo dal cielo, I Medici o Doc (la cui prima stagione è appena terminata su Rai Uno con grandi ascolti). Tuttavia, nel corso degli ultimi tre esercizi, il lavoro di diversificazione sta portando i suoi frutti. Da L’Isola di Pietro e Buongiorno mamma, che deve ancora uscire, per Mediaset (e col Biscione ci sono anche altri progetti già definiti), alla serie Diavoli per Sky, fino «alle sei-sette idee per serie che a giugno presenteremo a tutte le piattaforme over the top», spiega Luca Bernabei, amministratore delegato di Lux Vide. 11 quale è ottimista circa una ripartenza di tutte le produzioni, col ripristino dei set “per metà-fine giugno, seguendo ovviamente modalità di lavoro diverse in base alle nuove regole”.

Domanda. La serie Diavoli per Sky è la prima prodotta da Lux Vide per un mercato internazionale e ambientata in tempi contemporanei. Differenze?

Risposta. Beh, le serie in costume, alle quali siamo più abituati nelle produzioni destinate anche all’estero, sono certamente una forma di dialogo più semplice per i mercati internazionali. Molto più complicato, soprattutto per noi produttori dell’Europa continentale, trovare un lancio internazionale su progetti ambientati nell’attualità. Per questo siamo molto contenti del risultato di Diavoli. E felici delle parole di Sky, che con gli autori sta già scrivendo la seconda stagione.

D.A fine 2017 aveva anticipato a ItaliaOggi la sua intenzione di portare Lux Vide anche su tre nuovi filoni narrativi: medical, legal, investigation. 11 medical si è poi concretizzato in Doc su Rai Uno con Luca Argentero. Gli altri due?

R. Abbiamo in costruzione una serie legal, ambientata qualche decina di anni fa, che potrebbe essere trasmessa dalla Rai. Sull’investigation, diciamo che Diavoli è un cospiracy thriller, unisce molti generi. Peraltro, va detto, tutto sta evolvendo con una velocità tale che non si fa in tempo a profilare un certo filone che ne escono altri.

D.Doc è stato un grande successo. Ha in qualche modo influito il fatto di essere uscito in piena pandemia da Covid-19?

R. Mah, in realtà devo dire che insieme con Rai eravamo anche dubbiosi di uscire in questo periodo. Un medical durante il coronavirus poteva creare un effetto overdose: vedo medici dalla mattina alla sera in tutti i programmi di informazione, magari nelle serie tv anche no, basta. Invece è stato un successo, e ne sono orgoglioso perché il prodotto è di qualità. Purtroppo mancano gli ultimi otto episodi (ovvero quattro prime serate, ndr), perché abbiamo dovuto interrompere la produzione causa emergenza sanitaria quando ci mancavano ancora sei giorni di riprese.

 

(Nella foto Luca Bernabei)