Pubblicato il 03/04/2020, 19:02 | Scritto da La Redazione
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Sky prova a mangiarsi i cinema

Ora il blockbuster debutta su Sky

Italia Oggi, pagina 19, di Claudio Plazzotta.

Dal 10 aprile la piattaforma Primafila di Sky partirà con la distribuzione di un blockbuster internazionale che doveva uscire in sala e che invece, causa Covid-19, debutta direttamente in pay per view: si tratta di Trolls world tour, secondo episodio dei Trolls, e disponibile in visione al prezzo di 15,99 euro. Come spiega a ItaliaOggi Nicola Maccanico, executive vice president programming di Sky Italia, «noi siamo a disposizione del cinema, perché è ovvio che non tutti i film già pronti potranno aspettare e andare in sala alla riapertura. La nostra società di produzione e distribuzione, Vision distribution, ha per esempio tre film in stand by: Favolacce (dei fratelli D’Innocenzo e premiato al Festival di Berlino per la migliore sceneggiatura, ndr), 7 ore per farti innamorare di Giampaolo Morelli e Dna di Lillo e Greg. Certo, continuiamo a pensare che il passaggio in sala sia fondamentale, anche perché è da quel passaggio che poi si fissa il valore di un prodotto audiovisivo nei suoi successivi passaggi nelle varie finestre. Tuttavia…».

Domanda. Tuttavia gli esercenti, nonostante l’accordo raggiunto in sede Anica, sono preoccupati, temono di essere tagliati fuori…

Risposta. Non accadrà. Sky ha un rapporto molto forte col cinema e il comparto audiovisivo. Lo dimostra Vision distribution: non siamo entrati nella produzione e distribuzione per rompere le finestre, per mettere nell’angolo il circuito delle sale, anzi. Abbiamo provato a costruire un prodotto italiano migliore, cd è importante averne il controllo. Poi Sky finanzia il sistema cinema anche con l’acquisizione dei diritti dei film: nel 2019 tra i primi 100 film al box office italiano ce ne sono già 77 su Sky, e dei primi 25 film italiani al box office ne abbiamo 23.

D. Le piattaforme iniziano a trasmettere i titoli stranieri che saltano il circuito delle sale, ora chiuso. Poi sarà la volta dei titoli italiani, quando ci sarà l’accordo con il ministero dei beni culturali sul tax credit. È comunque una svolta storica…

R. Sky sta molto attenta al rapporto tra pubblico e prodotto. I dati di ascolto del nostro cinema, anche grazie al fatto che di sport non ce n’è, sono in crescita pazzesca. E la crescita di contenuti di cinema è esponenziale rispetto ai contenuti di serialità. Secondo me, quindi, ripeto, invece di tenere tanti film nel cassetto, vale la pena metterli a disposizione del pubblico, ed è una cosa che farà bene anche alle sale. Questo è un momento unico, il cinema può avere una esposizione irripetibile: non c’è lo sport, siamo tutti a casa, l’attenzione al prodotto è massima.

D. Qualcuno però insiste nel dire che le produzioni sono tutte ferme e che sarebbe anche un peccato gettare in piattaforma dei prodotti che potrebbero tornare buoni in autunno o a inizio 2021, quando di prodotto nuovo ce ne sarà pochissimo…

R. Secondo me le produzioni riprenderanno in estate, rispettando le dovute regole, in dinamiche più costrette, senza troppi voli pindarici. In estate si ricomincia, sono fiducioso. Insisto, non possiamo pensare di mettere tutto in pausa, di non distribuire il prodotto già pronto, e poi di riprendere in autunno come se nulla fosse successo. Una parte del prodotto è stata già contagiata dal coronavirus, verrebbe stritolata, sarebbe vecchia.

D. Riaprire le sale, però, al momento sembra un po’ una utopia. Perché, peraltro, anche una volta riaperte, non ci andrebbe nessuno. Purtroppo, ci siamo spaventati, e il ritorno alla normalità sarà un processo lento…

R. Infatti come Sky siamo a disposizione di tutto il comparto audiovisivo. Ma, detto questo, dobbiamo pensare alla ripartenza. Perché, dopo il cessato allarme e l’ok alla riapertura delle sale come per tutto il resto delle attività, ci sarà anche una psicologia dei consumi mutata. E che potrebbe portare a stare lontani dai luoghi di aggregazione, e quindi anche dalle sale. Perciò, dovremo sviluppare politiche di supporto, affinché si ricominci tutto gradualmente, accompagnando i produttori e i distributori a portare i film in sala anche quando le sale saranno ancora poco attrattive. Sky farà la sua parte.

D. I film che escono direttamente in piattaforma costano generalmente 16 euro. Per qualcuno è un prezzo eccessivo…

R. Ricordiamo che quando si va al cinema in tre-quattro persone ci sono da pagare trequattro biglietti e poi bevande e alimenti. Si spende molto di più. Inoltre, mentre i ricavi da biglietti sono condivisi con produttori e distributori, quelli da pop corn ecc. se li tiene l’esercente. A volte, quindi, le sale fanno prezzi bassi sui biglietti e alti sui pop corn. Ma, detto questo, il prezzo dei film su piattaforma viene tenuto alto perché il concetto di Premium video on demand (Pvod, ndr) è stato introdotto negli Usa quattro anni fa: le major immaginavamo il passaggio in sala di un film, e poi, dopo solo un mese, il passaggio in Pvod a 30 dollari. Il prezzo serviva a dire: questa è una cosa molto premium, esercenti state tranquilli, non vi toglie business. All’epoca, però, non se ne fece nulla. Adesso se negli Usa si torna a ragionare su Pvod, significa che il prezzo elevato rassicura gli esercenti. Tutti sappiamo che prima o poi si ripartirà in sala. Quindi su piattaforma si tengono prezzi alti. Noi debuttiamo su Primafila il 10 aprile con il secondo capitolo di Trolls a 15,99 euro. E poi con tutti quelli che vorranno, vediamo quello che ci viene proposto. In generale io penso che nel nuovo mondo, dopo questa emergenza, ci sarà molta più flessibilità che comunque non andrà contro le sale: i circuiti continueranno a difendersi con la esclusività del prodotto, del film evento.

 

(Nella foto Nicola Maccanico)