Pubblicato il 23/03/2020, 15:01 | Scritto da Andrea Amato
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Coronavirus: che la Rai sfrutti questo momento per tornare a fare vera cultura

Coronavirus: che la Rai sfrutti questo momento per tornare a fare vera cultura
Il regista Pupi Avati ha chiesto alla tv di Stato di riappropriarsi del proprio ruolo di veicolo culturale del Paese. Appello a cui noi di TvZoom aderiamo al cento per cento.

Solo scienza e cultura ci indicheranno la via d’uscita da questo difficile momento

In momenti difficili come questi dobbiamo appellarci a scienza e cultura per individuare la via d’uscita. Fidarci di medici e scienziati è l’unica possibilità che abbiamo per trovare una soluzione reale e concreta, affidarci agli intellettuali è un buon viatico per non disperdere energie e cercare di sfruttare al meglio questa nuova condizione, dove il tempo, per molti, è per la prima volta non più un lusso, ma un esubero.

Per questo motivo, sposo in maniera totale l’appello che Pupi Avati ha fatto in un’intervista al Quotidiano Nazionale, realizzata da Riccardo Jannello, di cui questi sono alcuni passaggi:

Che cosa dobbiamo fare?

«Ottimizzare il tempo. La costrizione in cui viviamo porta un tasso di percettività e sensibilità del tutto speciale. Siamo più ricettivi di quando dovevamo convivere con cose che non ci piacevano, ma delle quali ora sentiamo la nostalgia».

Quale strumento abbiamo?

«La televisione, per esempio. I palinsesti sono bloccati fra informazione a tappeto ed evasione con la scusa che questa porta un sorriso. Ma il servizio pubblico deve fare altro. Approfittiamo per trasmettere qualcosa che ci faccia davvero bene: la bellezza della cultura. lo faccio molte lezioni a giovani e il tasso di ignoranza è alto, non conoscono la storia culturale di questo straordinario Paese. Eppure il lascito che abbiamo è immenso. In questo periodo la bellezza di cui siamo ricchi può essere terapeutica».

E gli ingredienti quali sono?

«Le cose più belle dei nostri scrittori, registi, musicisti, pittori, scultori in modo che poi quando chiedo ai ragazzi di De Sica non mi parlino di Christian, ma di Vittorio. Facciamo un passo tutti insieme per migliorarci e sconfiggere così il virus».

Con chi ne ha parlato, che cosa le hanno risposto?

«Purtroppo ho ricevuto una lettera molto gentile, ma dissuasiva da parte del presidente della Rai, Marcello Foa, che mi spiega che cambiare la programmazione non si può».

Un’occasione unica

Il problema non è che «non si può», ma SI DEVE. Per la prima volta, dopo tanti anni, la Rai ha la “scusa” perfetta per riappropriarsi a pieno del suo valore di Servizio Pubblico. In un momento in cui i palinsesti sono stati congelati, le produzioni di intrattenimento rimandate, c’è la situazione ideale per riaprire le mitiche teche e riportare alla luce capolavori che la tv di Stato ha prodotto negli anni. Quando era veramente la prima azienda culturale italiana. Va bene riproporre Fiorello, ma insieme bisogna avere il coraggio di offrire anche stimoli culturali forti e incisivi, trovare il linguaggio giusto per maneggiare un certo tipo di materiale “alto” e renderlo potabile a un pubblico ormai assuefatto da decenni di spazzatura.

Questa è l’occasione perfetta, il momento giusto e (speriamo) unico per fare qualcosa di davvero sorprendente, rivoluzionario e anche punk: fare cultura. Se ancora ne siamo capaci.

 

Twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto Pupi Avati)