Pubblicato il 11/03/2020, 19:02 | Scritto da Gabriele Gambini

Lidia Bastianich: Il cibo smuove i ricordi e illumina le coscienze, ma niente Iphone a tavola

Lidia Bastianich: Il cibo smuove i ricordi e illumina le coscienze, ma niente Iphone a tavola
Family Food Fight apre i battenti da giovedì 12 marzo in prima serata su Sky Uno. In giuria: Antonino Cannavacciuolo, Joe Bastianich e sua mamma Lidia, che si è raccontata a TvZoom.

Family Food Fight è prodotto da Endemol Shine Italy e va in onda ogni giovedì in prima serata su Sky Uno. Nel programma, che vede Lidia e Joe Bastianich in giuria assieme a Antonino Cannavacciuolo, gruppi familiari di diversa provenienza si sfidano ai fornelli. Premio in palio: 100.000 euro.

La cucina come convivio, il cibo come madeleine capace di far affiorare ricordi lontani. Nascosti nei dati remoti (e immediati) della coscienza. Cita involontariamente Proust e Bergson, Lidia Bastianich, mamma di Joe che, assieme a Joe e a Antonino Cannavacciuolo, sarà giudice su Sky Uno nel programma Family Food Fight (da giovedì 12 marzo in prima serata). Nata a Pola quando l’annessione dell’Istria alla Jugoslavia di Tito non era ancora avvenuta, Lidia è scappata poi a Trieste nell’esodo degli anni ’50, fino alla meta definitiva, gli Stati Uniti d’America, dove è divenuto volto noto e televisivo della ristorazione.

Nata in Istria, trasferita in Italia, poi l’approdo in America. Il cibo per lei è anche un insieme di ricordi?
Il profumo dei cibi rimane nella memoria di ciascuno di noi. Scandisce istanti, ricordi, situazioni lontane. Porto dentro l’aroma e il sapore della polenta con il guazzetto e l’aggiunta di rosmarino e alloro fresco, che mangiavo in famiglia quando ero piccola. Prima di scappare a Trieste dall’Istria, trascorrevo tempo nell’orto di mia nonna, in mezzo agli animali da cortile. Assaporare certi piatti è il metodo più efficace per viaggiare nel passato.
Un’attenzione per il cibo che ha scandito la sua vita e la sua carriera.
Pensateci: a tavola si risolvono le controversie di affari, ci si incontra durante un appuntamento sentimentale, si chiacchiera tra amici. Mangiare significa comunicare. Durante un pranzo ci si rilassa. Per questo non sopporto i telefonini durante il pasto. Quando vengono a trovarmi i miei nipoti, li obbligo a metterli via.
La cucina italiana è tenuta in grande considerazione negli Stati Uniti.
La cucina italiana è al primo posto tra le cucine etniche in America. A me piace molto anche quella thai, ma non raggiunge le vette di sincerità e bontà di quella italiana. E pensare che quando ho iniziato io, nel 1971, negli USA non c’era nemmeno il riso arborio, o gli ingredienti essenziali per preparare le ricette autentiche. Oggi le materie prime sono disponibili ovunque.
Utilizzando i prodotti locali è nata la cucina italo-americana?
La cucina italo-americana nasce perché i migranti italiani in America non avevano dimenticato i sapori delle loro radici e desideravano replicarli nella loro nuova casa con gli ingredienti a disposizione. La popolare Sunday Sauce si preparava con l’unione del sugo di pomodoro all’aglio, alla carne, alle salsicce, prodotti che si trovavano in abbondanza negli Stati Uniti. Si aggiungeva poi un po’ di zucchero perché il pomodoro grande, tondo, americano è un po’ acido e richiede tanto tempo sul fuoco per amalgamarsi. In questo modo si otteneva un piatto completo e ricco.
Parliamo di Family Food Fight.
Nel programma, le mamme e le nonne sono le più brave. Ma ho trovato giovani preparati e precisi. Ogni famiglia ha allestito la sua squadra puntando sulle qualità delle persone a disposizione. Le dinamiche a cui assisterete sono divertenti.
Qualche famiglia che l’ha sorpresa?
Una famiglia algerina che vive in Sicilia. Hanno proposto piatti delle due tradizioni di provenienza.
Il programma racconta anche le regioni d’Italia.
Ogni regione con una peculiarità diversa. Un altro aspetto interessante.
E lei ritrova suo figlio Joe alla conduzione. Con Antonino Cannavacciuolo.
Una mamma resta sempre una mamma, ma in questo caso mi sono sentita più una partner indipendente di Joe, non un genitore. Poi c’è Cannavacciuolo: lui e Joe sono come fratelli, hanno un’intesa solida. Ho dovuto adottare Antonino: siamo diventati una family on the set.
Il programma andrà in onda in un momento d’emergenza come quello contingente, in cui l’Italia è alle prese con il CoronaVirus.
Vedere uno show che mostra famiglie unite a tavola, può fungere da medicina per allentare la pressione tremenda di oggi. Il cibo rilassa e fa capire che la vita continua, nonostante le mille difficoltà.
Il premio in palio è di 100.000 euro. Come investirli al meglio?
Ho constatato come la maggior parte delle famiglie in gioco avesse le idee chiarissime su come realizzare eventuali progetti con quella somma.
L’industria alimentare, specie negli USA, è sul banco degli imputati per il problema dell’obesità di molti cittadini.
Dopo la Rivoluzione Industriale, come è noto, si sono escogitati sistemi per produrre alimenti economici su larga scala, sfamare la popolazione e ottenere guadagni. Oggi, grazie all’informazione, l’industria del cibo sta acquisendo consapevolezza, di pari passo con i cittadini, commercializzando prodotti in cui gli ingredienti usati sono ben specificati. Occorrerà tempo e un’educazione alimentare corretta, ma il consumo consapevole e la diminuzione degli sprechi saranno una sfida determinante per il futuro del pianeta.

Gabriele Gambini

(nella foto Joe e Lidia Bastianich con Antonino Cannavacciuolo)