Pubblicato il 09/03/2020, 19:04 | Scritto da Gabriele Gambini
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Masterchef 9: parlano Davide, Maria Teresa e Marisa

Masterchef 9: parlano Davide, Maria Teresa e Marisa
Maria Teresa Ceglia, Marisa Maffeo e Davide Tonetti cedono il passo ad Antonio Lorenzon, gran maestro cerimoniere (e vincitore) di Masterchef 9. Ecco che cosa raccontano.

Per Maria Teresa lo Chef più affabile è Barbieri, per Marisa è Cannavacciuolo, per Davide è Locatelli.

Si sono battuti come leoncini nell’arena, digrignando i denti e esibendo il nerbo dell’aspirante chef di successo. Non è bastato. Maria Teresa Ceglia, Marisa Maffeo e Davide Tonetti cedono il passo ad Antonio Lorenzon, gran maestro cerimoniere (e vincitore) di Masterchef 9, talent show di Sky Uno.

Il primo a essere tagliato fuori è Davide: per lui niente presentazione del menù ai giudici. «Avevo un sogno, era quello di preparare il menù e presentarlo ai giudici. Ci sono andato vicino, ancora un pelo e ce l’avrei fatta. Le idee erano tante, benché non avessi ancora elaborato quella definitiva. Di sicuro avrei utilizzato la tecnica della bassa temperatura, perché mi appartiene. Abbinandola a sapori ispirati ai miei viaggi». Davide però ricorda i momenti lieti della gara: «Cucinare con Vincenzo è stato fantastico. Allestire un piatto giapponese con un papà napoletano come lui è stata una mezza pazzia».

Il rapporto con i giudici

Marisa si inserisce nel dialogo, sottolineando il suo rapporto speciale con Chef Cannavacciuolo: «Mi sento vicina alla sua concezione di cucina». Per Maria Teresa, il più affabile è Chef Barbieri: «Umanamente sono entrata nella sua lunghezza d’onda». Davide invece non ha dubbi: «Nessuno, nel bene e nel male, raggiunge le vette umane di Chef Locatelli. Sia quando mi rimproverava, sia quando mi incoraggiava».

Ma Masterchef è pure un banco di prova per varcare i propri limiti. «La carne rossa era il mio tallone d’Achille», spiega Maria Teresa, «credo ora di aver imparato ad avvicinarla con maggior disinvoltura». Marisa invece respira aria di rilassatezza, dopo la tensione del percorso: «L’ansia di commettere errori, nella cucina di Masterchef, può prevalere da un momento all’altro. Ho compreso come gestire meglio i miei stati d’animo».

I tre rimarcano come la paura di non essere giudicati all’altezza della situazione fosse il freno più grande, ma dichiarano anche di essere tornati a casa con un bagaglio esistenziale ricco, da trasmettere in casa e da usare come detonatore per innescare nuovi progetti. Le buone forchette, in fondo, meglio zavorrarle con consapevolezza.

Gabriele Gambini

(nella foto i finalisti di Masterchef 9)