Pubblicato il 07/03/2020, 17:01 | Scritto da Andrea Amato

Con tutti i problemi che abbiamo in Italia in questo momento, la Politica si occupa di Tv

TvZoom arriva in Commissione di Vigilanza, grazie alle inesattezze di Michele Anzaldi. Ecco tutte le fesserie dichiarate dal deputato di Italia Viva

Sono finalmente arrivate le agenzie di stampa di Michele Anzaldi, il deputato di Italia Viva, che pur di attaccare TvZoom difende anche il suo acerrimo nemico Maurizio Gasparri. Dopo la nostra risposta di oggi a Striscia la notizia, l’onorevole renziano non ha resistito e ha fatto una serie di dichiarazioni contro di noi, ma anche in questo caso con poco fondamento. Andiamo a smentire anche Anzaldi, oggi ci divertiamo così.

La notorietà di TvZoom

«La Rai utilizzerebbe risorse pubbliche, i soldi del canone dei cittadini, per acquistare spazi pubblicitari in alcuni siti. A prescindere dalla notorietà o meno dei siti in questione, e in questo caso non parliamo delle massime testate giornalistiche, ma di siti meno noti», dice il deputato.

Anzaldi sa così poco di televisione, di giornalismo on line, che dice cose senza senso. TvZoom intanto è una testata giornalistica registrata al Tribunale, come si legge dal nostro colophon, e la redazione è formata esclusivamente da giornalisti. La notorietà di TvZoom nel mondo della media industry (traduzione per Anzaldi: “industria dei mass media”) è alla luce del sole e basta chiedere a qualsiasi talent (traduzione per Anzaldi: “artista televisivo”), manager di broadcaster (traduzione per Anzaldi: “editore televisivo”) o ufficio stampa che si occupa di tv. Se lui, per caso, ne conoscesse qualcuno potrebbe verificare. Dovrebbe sapere, poi, che da decenni è in atto una digitalizzazione dell’informazione e che testate on line come TvZoom spesso fanno più lettori di molti giornali in edicola tutti i giorni, che tra l’altro campano grazie ai finanziamenti pubblici. A differenza nostra.

La pianificazione pubblicitaria

«Quando abbiamo chiesto, attraverso un’interrogazione in Vigilanza, se esistevano sponsorizzazioni di questo tipo, la Rai ha negato, dicendo che al momento dell’interrogazione non c’erano sponsorizzazioni all’attivo con testate online», prosegue l’onorevole.

Piccola lezione di editoria ad Anzaldi: quando un’azienda deve reclamizzare un prodotto sulla stampa si rivolge a un centro media e dice: «Devo comunicare questa cosa e ho questo budget». Il centro media gli propone un piano d’investimento su carta stampata, Tv, radio e digital. Come funziona il digital: in base al target di riferimento il centro media pianifica i banner pubblicitari(semplice equazione per Anzaldi: la Rai si rivolge a chi è interessato alla tv, TvZoom ha un pubblico di lettori interessati alla tv, il centro media pianifica su TvZoom). E alla domanda quanto ha speso la Rai? Se conoscesse le tariffe digital in Italia saprebbe che per i banner sull’allunaggio la Rai ha speso davvero poco, meno, ma molto meno, di un suo rimborso spese mensile.

Conflitto d’interessi

«Inoltre, il fatto che la sponsorizzazione vada a un sito che è stato lanciato dalla Mn Italia, la società per cui lavorava l’attuale capo della comunicazione Rai Marcello Giannotti, apre un secondo ordine di opacità: siamo di fronte a un nuovo caso di potenziale conflitto di interessi», sostiene Anzaldi.

Questa è comica, faccio quasi fatica a commentarla. Forse il deputato dovrebbe prima imparare il significato di “conflitto d’interessi” (piccolo ripasso per Anzaldi: “il conflitto d’interessi è una condizione giuridica che si verifica quando viene affidata un’alta responsabilità decisionale a un soggetto che ha interessi personali o professionali in contrasto con l’imparzialità richiesta da tale responsabilità, che può venire meno a causa degli interessi in causa). TvZoom non ha rapporti di lavoro con MN da 8 anni (da quando cioè era l’ufficio stampa del sito), Giannotti non lavora in MN da più di un anno, TvZoom e Giannotti non hanno rapporti di lavoro. Dove sarebbe il conflitto d’interessi? Parole usate a vanvera.

Gran finale

«C’è un altro punto deplorevole di questa vicenda: dal momento in cui, a luglio 2019, la Rai ha dato soldi per sponsorizzazioni al sito oggetto del servizio di Striscia, proprio da quel sito si sono intensificati attacchi personali ai commissari della Vigilanza più critici nei confronti della Rai, in particolare il sottoscritto, ma anche, per esempio, il senatore Gasparri. La coincidenza è davvero inquietante», sostiene il renziano.

Caro Anzaldi, mi dispiace deluderla, ma noi attacchiamo la sua incompetenza del mondo televisivo da molti anni, da molto prima che Giannotti arrivasse in Rai. Uno dei miei articoli preferiti è quello datato 2 dicembre 2015, può leggerlo qui (suggerimento per Anzaldi: “clicchi sulle parole sottolineate”), ma non mi dispiace anche quello del 17 ottobre 2017. Se li volesse leggere tutti, e sono tanti in 10 anni di storia di TVZoom, le basta andare sul sito e cercarli nell’archivio (suggerimento per Anzaldi: “cerchi l’icona della lente d’ingrandimento e scriva il suo nome”).

Lei e Gasparri non siete critici verso la Rai, perché di televisione ne capite davvero poco. Ogni volta che voi due aprite bocca per fare una dichiarazione contro la tv Stato è per reclamare più spazio per i vostri padroni politici e per pretendere poltrone di potere per i vostri compari. Noi facciamo i giornalisti e il nostro lavoro è quello d’informare, ma anche di vigilare e criticare la politica quando esce dal seminato, per bulimia di potere. So che per voi è un fastidio, e i vostri leader di partito l’hanno dimostrato più volte nella storia di questo Paese, ma per fortuna esiste ancora la libertà di stampa. A questo proposito le suggerisco la lettura di quest’altro nostro articolo (consiglio per Anzaldi: “clicchi sempre sulle parole sottolineate”).

 

Twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto Michele Anzaldi)