Pubblicato il 20/02/2020, 12:03 | Scritto da La Redazione
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Oggi in edicola: le etichette chiedono più soldi alla Rai per Sanremo

Sanremo, le etichette battono cassa

Italia Oggi, pagina 17, di Andrea Secchi.

Quello di Sanremo è un successo (economico) da condividere con chi aiuta a realizzarlo. Per questo le etichette discografiche, che già erano sul piede di guerra lo scorso anno sulla questione rimborsi del Festival, dopo aver visto i risultati di questa edizione sono ancora più convinte che sia necessario trattare con la Rai e rivedere la parte economica della kermesse.

L’intento è chiedere un tavolo entro aprile in cui si discuterà sia delle parti fisse che di eventuali partecipazioni alla raccolta pubblicitaria, ragionando sul modo per valorizzare quei diritti audiovisivi che finora viale Mazzini ha ottenuto semplicemente per la partecipazione degli artisti al Festival, per essere così pronti alla preparazione della nuova edizione.

Il rapporto label-Rai

Ma com’è regolato il rapporto fra case discografiche e la Rai? Il regolamento di Sanremo prevede che per ciascun artista che partecipa l’etichetta riceva un contributo spese. Quello 2020 è pari a 53,7 mila euro per un big e 22,4 mila euro per un giovane, senza altra distinzione. Per contro l’etichetta si deve occupare di tutte le spese, dalla direzione di orchestra ai costi di vitto e alloggio degli artisti, compreso l’hotel di Morgan, per dire, o la mise di Achille Lauro.

A dicembre le etichette avevano ottenuto l’aumento del 10% dei contributi, che erano fermi da cinque anni, ma Fimi, la Federazione dell’industria musicale italiana che riunisce le major, Pmi (Produttori musicali indipendenti) e Afi (Associazione fonografici italiani) sono decise ad andare avanti e a chiedere che si riveda l’intero sistema.

I conti del Festival

Le associazioni fanno leva sui 20 milioni di utile della manifestazione di quest’anno, arrivati grazie a una raccolta in crescita del 19,35% a 37 milioni da cui sottrarre i 17 milioni di costi, comprensivi dei 5 milioni relativi alla convenzione con il comune di Sanremo e gli 1,48 milioni di rimborsi alle etichette.

A fronte di questi ultimi (o più correttamente della partecipazione degli artisti) alla Rai spettano i diritti multimediali delle esecuzioni, sebbene per streaming e on demand ci siano limitazioni. Questo è il motivo per il quale da qualche giorno sul canale YouTube di RaiPlay sono sparite le esibizioni dei cantanti in gara, mentre sul sito e sulle app di RaiPlay sono rimaste, ma tagliate a 60 secondi. Il regolamento, infatti, prevede che i diritti multimediali dell’esecuzione di ogni artista a Sanremo spettino alla Rai, ma quello sullo streaming (senza download) solo dalla settimana del Festival a quella successiva e per il video on demand limitatamente a 60 secondi nel sei mesi successivi.

 

(Nella foto Diodato)