Pubblicato il 13/02/2020, 19:04 | Scritto da Gabriele Gambini

Paola Marella: La ristrutturazione della casa è il futuro del genere factual

Nella seconda edizione di A te le chiavi, su LA7, i progetti di ristrutturazione saranno curati da due architetti selezionati da Alberto Vanin.

Diciamocela tutta: se da anni il cibo detiene buona parte dell’appalto nella narrazione televisiva factual, uno dei prossimi protagonisti potrebbe essere l’ambiente domestico. Fioccano i programmi dedicati alla casa – dalla compravendita all’allestimento degli interni – Discovery ha addirittura inaugurato una rete a tema. Non scordando LA7. Il canale posizionato al numero 7 del Digitale Terrestre prova a raccontare il mondo dell’interior design sotto forma di gioco. Si chiama A te le chiavi, torna nella sua seconda edizione da domenica 16 febbraio alle ore 14, condotto da Paola Marella, l’esperta italiana più popolare per questo genere di argomenti.

Il format, nato in collaborazione con Facile Ristrutturare, avrà come protagoniste coppie e famiglie a cui sarà ristrutturata casa; se nel corso del programma indovineranno il costo dei lavori eseguiti, non dovranno spendere un euro per il rinnovamento.

In che direzione sta andando il mondo della ristrutturazione domestica?
Un trend diffuso è l’unione della zona living alla cucina. Un tempo la cucina era un locale separato, viveva di vita propria. Oggi è parte integrante del soggiorno, in un’ottica omnicomprensiva.
Sarà che la cucina, in termini estetici e di utilizzo, nei decenni è stata pensata e ripensata in modi molto diversi.
Oggi le cucine sono cambiate. Alcune sono autentici capolavori di design d’interni. La loro evoluzione si sta spostando verso una concezione più democratica del loro utilizzo.
Che intende per democratica?
Il mondo della cucina offre opportunità un tempo impensabili. Da Ikea a Boffi, ne esistono per tutti i gusti e per tutte le tasche, con attenzione minuziosa ai dettagli. Il cibo è argomento di incontro, lo racconta anche la televisione, dunque acquisisce spazio nella zona living.
In casa si cucina di più rispetto a qualche decennio fa?
Al contrario. Forse si cucina di meno per via della moda delle consegne di pasti a domicilio. Però è aumentata la componente scenografica dei piatti. Il cibo entra nell’universo domestico come esibizione complementare a un’estetica studiata.
L’ambiente domestico è il futuro del genere factual televisivo italiano?
Se dovessi azzardare un’ipotesi, dico di sì. L’ho testato anche con A te le chiavi. Mi hanno scritto in tantissimi. Coppie, single, centinaia di aspiranti concorrenti desiderosi di imparare come ristrutturare il proprio ambiente.
Lei ha contribuito a questo genere di racconto in tv.
Nel 2007 cominciai con Real Time. Eravamo agli albori. Saggiavamo il terreno, proponendo differenti modelli di racconto che servissero come intrattenimento, ma anche come suggerimento per il pubblico. Oggi attorno al mondo del design c’è un universo grande e variegato. Fatto da tanti giovani aspiranti ricchi di idee inedite.
Lei sarà anche uno dei volti del nuovo canale HGTV.
Racconteremo il mondo della casa a tutto tondo. Non trascurando argomenti di stretta attualità, come il problema dell’efficientamento energetico, la certificazione di staticità, le necessità di rendere sicuri i nostri ambienti, specie se collocati in edifici d’epoca.
Un’idea da sviluppare per rendere questo genere televisivo ancora più accattivante?
I game show mi stuzzicano. A te le chiavi inserisce la componente della sfida: i partecipanti, se indovinano il costo della ristrutturazione, non pagano un solo euro per realizzarla. E poi spero che prenda sempre più piede la componente, per così dire, didattica del programma: insegnare ai non addetti ai lavori come attingere ispirazione per un rinnovamento progressivo.
I factual diventano fucina di ispirazione un po’ come le sfilate di moda.
Se io apro una rivista di moda, non intendo acquistare tutti i capi d’abbigliamento mostrati, ma utilizzo le foto e gli articoli per prendere spunto e rielaborare un look su di me. Il principio è identico.
Come nasce la carriera di Paola Marella?
Mi sono laureata in Architettura nel febbraio del 1988. Ho iniziato a lavorare nella compravendita di immobili, occupandomi in prevalenza dei cantieri. Ho sviluppato una profonda conoscenza delle differenze di edifici, di zone cittadine, di come alcuni dettagli possano influire su un allestimento generale. Poi nel 2007 è arrivata la crisi: per un po’ il mercato ha rallentato.
Poi è arrivata la tv.
Un’amica che lavorava da Endemol mi ha proposto un provino. Ho accettato senza troppe aspettative. Non immaginavo certo che cosa sarebbe accaduto dopo.
La sua popolarità oggi cresca anche grazie ai social.
Mi piace utilizzare instagram a modo mio, nel mio piccolo. Fornire piccoli accorgimenti e consigli. Spunti. Un po’ come sfogliando una rivista del settore, appunto.

Gabriele Gambini

(nella foto Paola Marella)