Pubblicato il 13/02/2020, 17:02 | Scritto da Tiziana Leone

Leonardo Pieraccioni: Il nostro show in tv sarà un addio. Poi tornerò al cinema e al mio teatro

In oltre di tre anni hanno fatto 85 date, per un totale di 22 città e oltre 300 mila spettatori. Il finale sullo show di Pieraccioni, Conti e Panariello arriva domani in prima serata su Rai1.

«In questi anni di show c’è stata una sola litigata. Il motivo? Io porto in scena il personaggio del pisano, uno che mi fa prendere un po’ la mano, Giorgio sostiene che io esageri io, gli rispondo da pisano continuando a sostenere che quello è un momento di folclore che va per forza alimentato», ammette Leonardo Pieraccioni. «L’ho lasciato fare», replica Giorgio Panariello. «Figuratevi io che stavo nel mezzo tra questi due che litigavano», sorride Carlo Conti. I tre ragazzacci toscani, pronti domani a sbarcare su Raiuno con il loro show, registrato dal teatro Verdi di Montecatini Terme, dopo tre anni di repliche in giro per l’Italia, non nascondono qualche frizione di questi lunghi anni, nati quasi per caso, dopo un’amicizia quarantennale. «Quando lavoravo come magazziniere e Carlo Conti in banca non pensavamo di avere talento – ammette Pieraccioni – Se fossi rimasto a fare quel mestiere  forse non sarebbe stata una vita peggiore di quella che ho fatto, gli attori sono dannati, ma hanno solo voglia di fare il loro salto nel vuoto».

Volevi fare l’attore fin da giovane?

«Volevo fare la rockstar , ma non sono molto intonato. Infatti in questo show canto un brano scritto per mia figlia Martina, lo so l’hanno fatto già tanti altri, ma le cose fatte con il cuore arrivano dirette al pubblico. Per questo, il nostro show ha avuto successo. E’ uno spettacolo inattacabile».

Quali sono stati i tuoi punti di riferimento?

«Il mio primo punto riferimento è sempre stati Francesco Nuti. Quando ho visto Madonna che silenzio c’è stasera ho pensato che avrei voluto fare esattamente quello che faceva lui. Non sono arrivato alla sua grandezza, ma un po’ ci sono riuscito. E poi ovviamente i miei riferimenti sono stati Mario Monicelli, Dino Risi, Steno, Ugo Tognazzi, Alberto Sordi,  il più grande attore comico del mondo. Considero Paolo Poli un extraterrestre, l’oracolo di Delfi per me. E poi naturalmente il grande Roberto Benigni».

Nel vostro show ci sono anche battute politiche?

 «Le nostre sono battute da ragazzacci del bar, non alla Beppe Grillo o Dario Fo. D’altronde al bar sport ci sono battutisti feroci, ma se la battuta è infelice il pubblico non ti perdona. Scende un ghiaccio intorno che mette i brividi».

Ripensando al giovane Pieraccioni in cosa sei cambiato?

«Nel fatto che ora possiamo avere il lusso di divertirci. 25 anni fa c’era meno attenzione nei nostri confronti, non avevamo idea di quello che poteva essere nostro futuro. Ora grazie al pubblico che ci ha sempre seguiti abbiamo l’occasione  di mostrare la nostra amicizia. Ben venga questo tipo di atteggiamento, credo sia importante, soprattutto dai 50 anni in poi».

Dopo questo gran finale in tv il vostro trio si scioglierà e ciascuno tornerà al proprio “mestiere”. Sei pronto per il prossimo film? 

«A giugno girerò il mio film e poi sto cercando nel computer il file di un atto unico scritto anni fa. Voglio tornare in teatro, amo stare nei camerini, è una sorta di panacea dove ti rivedi sempre 19enne. Io sono un cabarettista prestato al cinema, per cui appena sente l’odore del teatro mi viene voglia di tornare nei camerini. Il mio atto unico è incentrato su due attori. Il film invece sarà una commedia che ho scritto con Filippo Bologna con protagonista Marcello Fonte, da cui verrà fuori con tutta la sua forza e dolcezza. D’altronde attori o preti si nasce, o si è illuminati dalla santa trinità o dalla santa bischeraggine». 

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Pieraccioni, Conti e Panariello)