Pubblicato il 12/02/2020, 17:02 | Scritto da Tiziana Leone

Carlo Conti: Con Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni ho saputo fare un passo indietro

Oltre allo show di venerdì, Conti tornerà su Rai1con La Corrida e con i David di Donatello. Il Festival di Sanremo, invece, dovrà aspettare.

In tre anni hanno fatto 85 show, prima nei teatri, poi nei palazzetti. Ma ora è arrivato il momento di mettere la parola fine. E per farlo hanno scelto la tv: Panariello, Conti, Pieraccioni – Lo show, dal teatro Verdi di Montecatini, andrà in onda su Raiuno venerdì in prima serata, poi ciascuno per la propria strada. «Ognuno di noi tornerà alle proprie cose, io alla tv, Giorgio al teatro e Leonardo al cinema    sottolinea Carlo Conti – All’inizio di questo spettacolo dovevamo farne appena due date, ci siamo fatti prendere la mano e abbiamo inserito questo tour tra i nostri impegni, era il nostro secondo lavoro. Ora si chiude un capitolo e la tv dirà stop a questo “evento”.

Carlo come vi siete conosciuti?

«Nell’82 io lavoravo in un locale, dove presentavo uno show comico Un ciak per artisti domani. Il comico prima di Leonardo Pieraccioni non aveva fatto ridere per niente. Poi quando è arrivato lui,  il pubblico è impazzito. Da lì non ci siamo separati, Con Giorgio invece ci siamo conosciuti più tardi, era il 1985, presentavo Discoring e ho visto Panariello che imitava Renato Zero. Da lì abbiamo cominciato a girare per le radio toscane, abbiamo avuto la fortuna dei fare la gavetta insieme,  qualcosa che oggi purtroppo si tende a superare. Non si fa più».

Ognuno di voi si è saputo ritagliare un proprio ruolo.

«Io ho saputo stare un passo indietro».

Occhio a dire un passo indietro…

«Diciamo che ho saputo fare da spalla a entrambi. Il mio mestiere è quello del conduttore». 

Il vostro show è tutto incentrato sulla comicità?

«Sì, ma scherzando qua e là infiliamo diverse riflessioni. Tocchiamo in qualche modo, molto blando, anche il mondo della politica». 

Quali sono stati i tuoi punti di riferimento quando speravi di diventare un conduttore?

«Mike Bongiorno, Renzo Arbore e Pippo Baudo, sono le mie tre anime: arboriana quando faccio da spalla, baudiana quando conduco il varietà e bongiorniana quando faccio il quiz. A loro aggiungo anche Corrado e Enzo Tortora».

Siete tre amici affiatati, potreste condurre tranquillamente il prossimo Festival di Sanremo.

«Dopo questo Festival appena andato in onda la vedo difficile, sarebbe una ripetizione. Magari tra vent’anni Giorgio e Leonardo potrebbero essere miei eventuali disturbatori in un mio Sanremo».

Lo avresti mai concepito un festival così lungo?

«Mai, io non riesco proprio, dopo un po’ devo andare a dormire».

Hai dato consigli ad Amadeus?

«All’inizio gli ho detto che a Sanremo uno starnuto diventa una polmonite. Ieri mi ha risposto che avevo perfettamente ragione».

 

Tiziana Leone 

 

(Nella foto Pieraccioni, Conti e Panariello)