Pubblicato il 20/01/2020, 12:04 | Scritto da La Redazione

Oggi in edicola: tutti contro Junior Cally a Sanremo

«Sanremo, no al rapper»

Corriere della sera, pagina 26, Renato Franco.

Adesso il passo indietro lo deve fare il rapper Junior Cally. Almeno è quello che chiede il presidente della Rai, Marcello Foa, che esprime «forte irritazione per scelte che vanno nella direzione opposta rispetto a quella auspicata. Il Festival, tanto più in occasione del suo 70esimo anniversario, deve rappresentare un momento di condivisione di valori, di sano svago e di unione nazionale, nel rispetto del mandato di servizio pubblico. Scelte come quella di Junior Cally sono eticamente inaccettabili per la stragrande maggioranza degli italiani».

Una presa di posizione chiara e netta quella del presidente all’indomani del nuovo caso che coinvolge il Festival. Nel mirino questa volta è finito il rapper mascherato Junior Cally per un brano di tre anni fa (Strega), in cui parlava di un femminicidio: «Lei si chiama Gioia / balla mezza nuda, dopo te la dà / Si chiama Gioia perché fa la tro.. / L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa / c’ho rivestito la maschera». Il cantante si è difeso spiegando che bisogna distinguere tra opinioni personali («sono contro il sessismo, i passi avanti o indietro e contro la violenza sulle donne»), ed espressioni artistiche («l’arte può avere un linguaggio esplicito e il rap, da sempre, fa grande uso di elementi narrativi di finzione e immaginazione che non rappresentano il pensiero dell’artista»). Come dire che un conto è la fiction del testo di una canzone, un altro il pensiero nella vita di tutti i giorni.

Foa contro il rapper

Una spiegazione che non è bastata al presidente Foa secondo cui invece il Festival dovrebbe «promuovere rispetto della donna e la bellezza dell’amore. La credibilità di chi canta deve rientrare fra i criteri di selezione. Chi nelle canzoni esalta la denigrazione delle donne e persino la violenza omicida, e ancora oggi giustifica quel testi avanzando pretese artistiche, non dovrebbe beneficiare di una ribalta nazionale». Foa chiede dunque ad Amadeus di riportare il Festival nella sua giusta dimensione».

La politica sulla questione si è accesa come spesso accade quando di mezzo c’è Sanremo. Il coro questa volta però è sostanzialmente unanime e trasversale nel condannare Junior Cally, a partire dalla Lega (di cui il presidente Foa è espressione). Salvini è netto: «Mi auguro che questo tizio non metta mai piede sul palco di Sanremo». È aggiunge: «Leggo che io non gli piaccio, e se non piaccio a questo disadattato è un titolo di merito».

Il riferimento è alla canzone che Junior Cally porterà (se la porterà…) a Sanremo: No grazie, un testo proprio contro il populismo e Salvini (ma anche contro Renzi).

 

(Nella foto Junior Cally)