Pubblicato il 03/01/2020, 12:05 | Scritto da La Redazione
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Oggi in edicola: Vivendi vende Universal ai cinesi e fa cassa

A Vivendi munizioni per l’Italia

Milano Finanza, pagina 12, di Andrea Montanari.

Attesa da mesi, la notizia è arrivata a Capodanno: Vivendi ha ceduto il 10% di Universal Music al colosso cinese Tencent e a un alleato finanziario come la Qatar Investment Authority (QIA) per una cifra di 3 miliardi, valorizzando così il numero 1 mondiale della musica 30 miliardi (30 volte l’’ebitda) a fronte di una capitalizzazione attuale del gruppo francese di 31,74 miliardi. E negli accordi siglati il 31 dicembre è previsto che fino al 15 gennaio 2021 il pool di acquirenti avrà l’opzione per rilevare un ulteriore 10% per una cifra simile.

Tradotto: l’azienda di Vincent Bolloré ha ora miliardi a disposizione per tagliare il debito che sfiora i 4 miliardi, dopo l’acquisto del canale M7 e della casa editrice Editis, ma soprattutto per la sua, al momento non certo profittevole, campagna d’Italia. E se nell’arco di un anno Vivendi potrà disporre di 6 miliardi, le cose cambieranno nei rapporti di forza in Tim, dove il gruppo d’Oltralpe è il primo socio con il 23,4%, senza però avere peso specifico in cda e nella stanza dei bottoni dopo essere stato sconfitto dal fondo americano Elliott (9,5%).

L’evoluzione in Tim

L’evoluzione dell’assetto azionario di Tim è legata alla definizione dell’accordo sulla rete con Open Fiber (partecipata da Cdp, azionista anche del gruppo tlc, e da Enel) che continua a slittare.

Un’ uscita di scena di Vivendi dall’incumbent telefonico non è facile vista la minusvalenza latente che sfiora il miliardo. Questa nuova disponibilità può essere messa sul piatto nella complicata partita Mediaset che ha una market cap, 3,18 miliardi, di poco superiore all’incasso ottenuto dall’azienda transalpina. In questa direzione guarda il mercato, in attesa dell’assemblea del network tv guidato da Pier Silvio Berlusconi in calendario per venerdì 10 gennaio, che sarà incentrata sulla modifica di tre articoli dello statuto della newco olandese MediaforEurope, in ottemperanza a quanto suggerito dal Tribunale di Milano, prima del suo pronunciamento, e a quanto richiesto da Vivendi.

 

(Nella foto Vincent Bolloré)