Oggi in edicola: ecco le serie tv che vedremo nel 2020
La carica della serie. Un anno sul divano tra novità e ritorni
La Repubblica, pagina 30, di Filippo Brunamonti.
«Personaggi, storie, verità. Ecco i tre requisiti di una serie imperdibile». A parlare non sono Ted Sarandos, responsabile dei contenuti Netflix, o il neoboss di Amazon Studios, Jennifer Salke, che dal primo round di House of Cards fino alla programmazione NBC hanno azzeccato gli algoritmi per incollare lo spettatore allo schermo. Nel 2020 il modello tradizionale di network è destinato a cambiare, ci racconta Sam Dolnick, assistant managing editor del New York Times che ha lanciato la serie The Weekly su FX e Hulu.
«L’obiettivo è aprire gli occhi su ciò che accade nel mondo» spiega, «a breve passeremo alle serie pensate per la realtà virtuale e proiettate in simultanea dalle piazze. Tra addetti ai lavori continuiamo a ripetere “tv is hard”, la tv è difficile». Tra le novità del 2020 spunta proprio il Times che punta su casi come i documenti segreti dell’imprenditore Jeffrey Epstein e “Baby Constantin”, il bimbo di 4 mesi separato dai genitori al confine col Messico, con episodi da trenta minuti l’uno.
Cosa succede in Europa
Dagli Usa all’Europa: al panorama si aggiungono il servizio di streaming HBO Max (rivolto ai giovani), il lancio di Peacock, piattaforma targata NBCUniversal, e il nuovo giocattolo dell’ex leader Disney e DreamWorks, Jeffrey Katzenberg, al lavoro su Quibi, pensato per i millennials, un’idea «tra improbabile e impossibile» con, al centro, la passione per le storie.
In quel pendolo oscillano i titoli delle serie più attese in Italia. Basta guardare a capitani d’industria come Paolo Sorrentino e Stefano Sollima. Il 10 su Sky e NOW TV arriva The New Pope, bis d’immersione psichedelica nel Vaticano dopo il successo di Young Pope, e il 14 febbraio è la volta di ZeroZeroZero, serie Sky Original dal libro di Roberto Saviano: tre continenti (America, Europa, Africa), sei lingue (inglese, spagnolo, italiano, francese, wolof, arabo), un anno di riprese. Mentre per il critico del Times, James Poniewozik, «Sorrentino muove la macchina da presa come se dipingesse un’opera d’arte religiosa», Sollima spiega che «la sfida non è raccontare il narcotraffico, ma il potere, e da un punto di vista originale».
(Nella foto The New Pope)