Pubblicato il 30/12/2019, 19:04 | Scritto da Gabriele Gambini

Renzo Di Falco: Le serie tv raccontano il reale, per questo ho inventato Il Serialista

Renzo Di Falco: Le serie tv raccontano il reale, per questo ho inventato Il Serialista
Lo speaker di RDS si è inventato Il Serialista, format nato quasi per gioco e concepito per Igtv, la tv di Instagram, sbarcato ora anche su Fox. Lo abbiamo intervistato e ci ha raccontato di che cosa si tratta.

Renzo Di Falco: “Lost ha segnato il passaggio dai vecchi telefilm alla serialità moderna”

Quel che un tempo era un punto di vista, oggi è un dato di fatto: le serie tv hanno in appalto la narrazione e l’interpretazione della realtà. Più dei film, forse un po’ meno dei libri, e però rispetto ai libri raggiungono le case con veemenza pop. Ne sa qualcosa Renzo Di Falco. Speaker di Rds di lungo corso, a furia di fare indigestione di titoli tra Netflix, Amazon Prime, Sky e compagnia seriale, ha deciso di trasformare una passione in una redditizia pensata. Si è inventato Il Serialista, format nato quasi per gioco e concepito per Igtv, la tv di Instagram, sbarcato ora anche su Fox.

Ci si ricorda di te all’iniziativa di Fox Circus, quando moderavi alcuni panel dedicati a titoli seriali.
Fu una bella iniziativa. Mi ha fatto capire una cosa: al giorno d’oggi, parlare di serie tv rompe il ghiaccio nelle conversazioni, permette di conoscere persone nuove, è l’argomento tra i più gettonati in ogni ambiente. Da appassionato consumatore di lunga serialità, ho pensato di trasformare una passione in una suggestione creativa.
Da qui è nato Il Serialista.
Un format pensato per i social e per un racconto rapido. Siamo nell’era del cotto e mangiato, viviamo tempi di sintesi estrema. Instagram era il contenitore adeguato a tentare l’esperimento.
Che cosa racconti ne Il Serialista?
Racconto di volta in volta quali sono le serie che preferisco e perché, descrivendole in modo originale nei loro tratti essenziali. Qualche amico famoso mi aiuta con alcuni video selfie in cui spiega a sua volta quali siano i suoi titoli favoriti.
Siamo in periodo natalizio. Che cosa consigli?
Modern Love su Amazon Prime. Molto cinematografica, gli episodi da trenta minuti sono scollegati tra loro e hanno valenza quasi autoconclusiva. E poi Living with yourself su Netflix: tratta il tema della clonazione in modo divertente e interessante.
La tv ha in appalto la narrazione della contemporaneità?
Oggi le serie tv hanno uno standard equiparabile al cinema. Però si sviluppano con un tempo più dilatato rispetto ai film e consentono al pubblico di approfondire i temi e di diventarne seguaci. Gli attori hollywoodiani, un tempo sospettosi verso quelli che una volta si chiamavano telefilm, recitano di buon grado nelle serie. Michael Douglaas, Al Pacino, Julia Roberts, tanto per fare dei nomi.
Ne Il Serialista hai anche un approccio critico ai titoli?
Per ora no. Ma non lo escludo per il futuro. Sul web, in fondo, è anche importante essere divisivi. Ma non mi sento un guru, beninteso. Sono un appassionato che prova a dire quello che pensa.
Una serie che ti ha deluso?
The I-land. Partiva col presupposto di essere la nuova Lost. Ma mancava di consistenza.
Tu fai radio. La radio è l’unico strumento, a differenza della tv, capace di evolversi senza snaturare le prerogative per cui è nato.
Vero. La tv cambia, la radio no. Un tempo si cantava Video kills the radio stars. La radio è uno strumento trasversale, rielabora e usa con sapienza le nuove tecnologie ma mantiene la sua essenza inalterata. Pensiamoci: è l’unico media che puoi utilizzare al meglio anche mentre sei impegnato a fare altre cose.
Sei nato con l’idea di fare questo mestiere?
Nasco appassionato di radio e tv. Da piccolo mi appassionavo nel leggere i palinsesti dei canali. La radio è una palestra per imparare a comunicare in modo efficace. L’ho scoperto muovendo i miei primi passi in una radio locale a Latina, prima di vincere i casting con RDS, che erano gli antesignani del programma RDS Academy.
Un auspicio per il futuro de Il Serialista?
Mi piacerebbe andare a casa di un ospite vip, guardare con lui un episodio di una serie e commentarlo assieme.

Gabriele Gambini

(nella foto Renzo Di Falco)