Pubblicato il 23/12/2019, 14:04 | Scritto da La Redazione

Oggi in edicola: Sanremo visto da Claudio Cecchetto

Claudio Cecchetto: «Ora Sanremo ti costringe a cambiare»

Il Messaggero, pagina 22, di Ilaria Ravarino.

Ha condotto due volte Sanremo e una Sanremo Giovani, sdoganando per primo le scarpe da ginnastica sul palco. Ha scoperto tra gli altri Fiorello, Amadeus, Fabio Volo e Jovanotti. Ha fondato due radio, un partito, inventato tormentoni e previsto il bitcoin, sfidato Facebook col suo Memoring e allevato due figli, Jody e Leonardo, il primo in tv con Ready Music Piay su DeA Kids, il secondo virale sul web. Di Claudio Cecchetto, oggi esplosivo 67enne, ce n’è ancora uno solo. E si vede: «A parte Cattelan, i giovani in tv sono scomparsi, Oggi i dirigenti non cercano talenti, ma persone da sottomette».

A proposito di giovani: Sanremo Giovani l’ha visto?

«No. Avevo da fare con gli amici. Sarei stato solo uno in più a vederlo, non avrei cambiato l’audience».

Avrà letto, però. Che ne pensa?

«Trovo bello che abbiano coinvolto personaggi importanti per la storia di Sanremo. Ma non so dare un giudizio: sono come San Tommaso, non giudico se non ci metto il naso».

Anche lei è stato importante per Sanremo.

«Me l’hanno dato dopo quattro mesi che ero in Rai. Il presentatore era Mike Bongiorno. Mi presero perché ero veloce e non avrei sforato. Avevo 29 anni: credo di essere stato il presentatore più giovane del Festival. A parte i figli di».

Si faceva il suo nome per la commissione di Sanremo. E poi?

«Non so cosa sia successo. Ogni volta salta fuori il mio nome, poi però non accade nulla. Sui giornali leggo: Cecchetto tagliato fuori. Ma io non sono mai stato nemmeno in lizza. Come per X Factor: non ho mai fatto il giudice, ma nessuno me lo ha chiesto ufficialmente».

Amadeus l’ha scoperto lei. Non se l’aspettava una chiamata?

«Non mi aspetto mai le cose. Se vengono, bene. È un po’ che non collaboriamo. Io sto qui e lui è lì. L’ultima volta che l’ho sentito è stato per il suo compleanno, gli ho fatto gli auguri».

Perché, secondo lei, non la chiamano?

«Ho fatto tre Sanremo quando il programma era fatto di canzoni: ero un dj nel tempio della musica. Ora è un programma tv. Ci vuole un approccio diverso».

La politica conta molto?

«Nel mio caso no, mi scelse Gianni Ravera, l’organizzatore, per dare uno sprint in più a Sanremo. Ma certamente la politica conta».

Si è ispirato a Silvio Berlusconi fondando il suo partito?

«Ispirarsi a lui è come voler giocare a pallone come Ronaldo. Certo, lui ha fatto Forza Italia in sei mesi e io W Misano Viva in due. Voglio molto bene a Berlusconi: grazie a lui ho potuto fare tv con i miei amici».

Però Radio Dj e Radio Capital non le ha vendute a lui.

«Ho dovuto farlo. Sono un artista, non un imprenditore. Ma se la radio fosse rimasta mia in questo momento sarebbe la numero uno e non la terza».

Sarà diventato ricco.

«Figuriamoci, nemmeno milionario.

Con Linus, che rimase in radio, avete recuperato il rapporto?

«Non c’è ragione per sentirci e infatti non ci sentiamo».

 

(Nella foto Claudio Cecchetto)