Pubblicato il 12/12/2019, 14:04 | Scritto da La Redazione
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Oggi in edicola: Jody Cecchetto debutta alla conduzione di un talent show

Oggi in edicola: Jody Cecchetto debutta alla conduzione di un talent show
La nostra rassegna stampa della mattina, con gli estratti degli articoli più interessanti: il figlio di Claudio Cecchetto sarà alla guida di Ready Music Play su DeaKids.

Jody Cecchetto: «Non sono un “trota”»

Libero, pagina 27, di Alessandra Menzani.

Giovane, figlio d’arte, umile e talentuoso. Con una parlantina spigliata e un viso d’angelo che buca lo schermo. Sentiremo parlare di lui in futuro, e non solo perché Jody è il figlio del talent scout Claudio Cecchetto. Venticinque anni, preparatissimo ed educato, Jody debutta alla conduzione televisiva presentando, insieme a quattro influencer, da lunedì prossimo su DeaKids, Ready Music Play, un programma basato su un format originale Banijay Italia con sfide canore. La sigla è già un piccolo culto: Jody rifà il mitico Gioca Jouer del padre, ma con parole attuali come «taggare» e «mettere like».

Jody, quando hai capito che volevi fare questo di lavoro?

«Quasi quattro anni fa. Venni contattato da una produzione tv per il ruolo di presentatore all’interno di una fiction, Alex and Co. In questo modo ho scoperto il mondo del set. Svegliarmi alle cinque di mattino non mi pesava. Anzi, andavo comunque anche quando non ero convocato: ed era un problema per la produzione. Forse è questa la mia strada, pensai. Poi sono stato su RaiGulp e adesso DeaKids. Faccio radio con Ras Next, una palestra pazzesca»,

Che •consigli ti ha dato tuo padre?

«Di fare la pianta».

Prego?

«L’ha scritto anche nel suo libro. Significa stare lì, osservare molto, capire, attingere, notare gli errori e riguardarsi sempre. E poi di mettere sempre entusiasmo in qualsiasi cosa. Io magari esagero, ma sono fortunato, privilegiato: le mie passioni, la conduzione e il set, incontrano il lavoro. Ci metto sempre il 110%».

Hai qualche modello di conduttore?

«Fiorello e Cattelan, che seguo da quando faceva il veejay. Mi piacerebbe saper fare tutto come Fiorello, poi, ma senza emulare nessuno».

E delle donne tv chi ti piace?

«Michelle Hunziker e Alessia Marcuzzi. Non sono due showgirl, senza togliere nulla a Belén: sono bellissime e portano in scena competenza e gestione della conduzione».

Sei cresciuto a pane e vip, immagino.

«Eh sì. Il mio padrino del battesimo era Lorenzo (Jovanotti, ndr). Ho la foto in casa. È anche stato il primo a regalarmi una vera consolle per il mio diciottesimo. Faccio anche il dj. Mi è venuto naturale scegliere la strada dello spettacolo: non mi è stato imposto».

Essere “figlio di” può attirare critiche.

«Ho scelto la recitazione e la conduzione e non la musica, le sento veramente mie. Se uno pensa, con pregiudizi, che sia qui perché sono il figlio di Cecchetto, cavoli suoi. È la mia vita. Sono fortunato a essere il figlio di mio padre. Ma devo dire che sto dimostrando che so parlare, che non sono un Trota (ride)».

Altri ricordi del lavoro di tuo padre?

«Con i suoi talenti – Max Pezzali, Fiorello, Jova – ha sempre avuto un rapporto umano: questo è un valore che mi ha trasmesso. Non è stato un suo talento, ma me lo ha fatto scoprire lui, Fedez. Quando Fedez era uscito con la prima canzone, lo convoca n ufficio. Vado anche io. Mio padre gli dice: “Tu entro cinque anni sarai a San Siro”. Oh, sono passati esattamente cinque anni e l’anno scorso Fedez è andato a San Siro».

 

(Nella foto Jody Cecchetto e le influencer di Ready Music Play)