Pubblicato il 29/11/2019, 12:04 | Scritto da La Redazione

Oggi in edicola: l’Ungheria omofoba contro l’Eurovision Song Contest

Eurovision «troppo gay» per l’Ungheria

Corriere della sera, pagina 51, Laura Zangarini.

L’Ungheria si ritira dall’Eurovsion Song Contest 2020, il festival europeo della canzone: il governo di destra del Paese reputa la gara «troppo gay». Dal 2010, anno in cui l’Ungheria non prese parte alla gara per via delle gravi difficoltà economiche di Mtva, la tv di stato magiara, costretta ad affrontare un taglio di più del 50 per cento del budget, non era mai successo. E, stando a quanto riportato ieri dal quotidiano britannico The Guardian, la crescente retorica omofobica nei Paese sarebbe il motivo alla base dell’abbandono.

L’ipotesi che la connessione dell’Eurofestival con la cultura Lgbtg+ sia la ragione per cui l’Ungheria non sarà in competizione è stata suggerita al Guardian da una fonte di Mtva. Che in un comunicato ha così motivato la decisione di ritirarsi dal concorso in programma l’anno prossimo a Rotterdam, Olanda: «Invece di prendere parte all’Eurovision, sosterremo le preziose produzioni create dai talenti della musica pop ungherese».

Orbàn nega

Tuttavia, il sito web ungherese index.hu ha citato fonti dai media pubblici secondo cui l’Eurovsion è «troppo gay». Un rappresentante del primo ministro ungherese Viktor Orbàn ha smentito le dichiarazioni definendole «fake news». Andràs Bencsik, commentatore tv di spicco ed editore della rivista pro-governativa Magyar Demokrata è stato meno diplomatico: definendo l’Eurovision una «flottiglia omosessuale». Più precisamente, ha commentato: «Accolgo con favore la decisione che l’Ungheria non faccia parte della flottiglia omosessuale a cui è stata ridotta questa competizione canora internazionale», rea di distruggere «la pubblica decenza tramite travestiti urlanti e donne barbute».

Una poszione quella di Bencsik, che si riconnette con la linea politica portata avanti da Orbàn, fondata sul «prima di tutto la famiglia» e volta a incrementare tassi di natalità piuttosto stanchi e aiutare le famiglie «tradizionali». Senza dimenticare le affermazioni più volte ribadite dal premier, secondo cui «il matrimonio dovrebbe essere solo tra un uomo e una donna».

Dichiarazioni che vanno ad affiancarsi a posizioni come quella assunta da Làszlò Kovér, presidente del parlamento ungherese, il quale ha paragonato l’adozione da parte di coppie dello stesso sesso alla pedofilia, affermando: «Moralmente, non c’è differenza tra il comportamento di un pedofilo e il comportamento delle coppie omosessuali».

 

 

(Nella foto Conchita Wurst all’Eurovision Song Contest)