Pubblicato il 26/11/2019, 12:04 | Scritto da La Redazione
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Oggi in edicola: Foa fa l’ambasciatore Rai nel mondo

Marcello Foa: «Basta polemiche. La Rai diventi volano dell’Italia nel mondo»

Il Sole 24 Ore, pagina 13, di Andrea Biondi.

Com’è il suo rapporto con l’ad Fabrizio Salini?

Lavoriamo assieme per il bene della Rai.

Lei ha parlato di coproduzioni. Ma l’accordo con Netflix alla fine l’ha fatto Mediaset.

È una cosa diversa. Sempre tenendo presente che sono aspetti che riguardano l’operato dell’ad, mi spingo a una considerazione: un’intesa dl coproduzione con Netflix mi fa avere delle perplessità considerando il nostro come un servizio pubblico che va verso il digitale. Insomma, mal si sposerebbe con il progetto di RaiPlay. Quale piattaforma trasmetterebbe i prodotti?

Certo che tutte queste cose, dal canale in inglese, alle coproduzioni, allo sviluppo di RaiPlay, al Piano Industriale ambizioso, necessitano di risorse. E invece c’è un progetto di abolire il canone Rai o comunque si parla anche di ampliarne le fasce d’esenzione. Cosa ne pensa?

Io dico che non esiste un servizio pubblico in cui non c’è il canone. Si smetterebbe di essere servizio pubblico, diventando un’azienda commerciale posseduta dallo Stato. Poi possiamo anche riflettere su una Rai non presente sul mercato pubblicitario. Ma sarebbe una riflessione strategica, profonda, e non mi sembra che ora ci siano i presupposti.

C’è anche una parte di extragettito, eredità del canone in bolletta, che non va alla Rai.

Già il termine extragettito non dovrebbe essere più opportuno. Se consideriamo il costo del servizio pubblico negli altri Paesi cl accorgiamo che il nostro è fra i meno cari. Se si vuol considerare la Ral un asset strategico Il gettito non va toccato. E mi auguro che tutto il gettito vada alla Rai.

Però come si fa a pensare alla Rai in questi termini vista la sua dipendenza dalla politica? Tutte proposte di far uscire i partiti dalla Rai o anche, come lei ha detto appena nominato, di «portare aria fresca in Rai» sono contraddette dai fatti.

Bisognerebbe riuscire a distinguere il livello “istituzionale” da quello del normale dibattito politico interno a un Paese.

Ma la politica è presente. Lei stesso è espressione di una volontà politica.

Oggi è inevitabile. Io però sto vivendo in maniera istituzionale il mio ruolo. Anteponendo l’interesse dell’azienda a qualsiasi considerazione personale e politica che non esprimo più da un anno e mezzo. Io ho il mandato delle relazioni internazionali e lo sto portando avanti con grande impegno e con le mie conoscenze come le 4 lingue che parlo e che mi permettono di interloquire anche con facilità con gli altri esponenti delle altre tv.

Proprio lei, Foa ll sovranista?

(Ride, ndr) Lo chieda ai miei colleghi che mi hanno attribuito questo titolo. Ho le mie idee, ma ora sono un presidente di garanzia e mi astengo da qualsiasi altra considerazione.

Sulla sua elezione pende un ricorso al Tar della consigliera Rita Borioni legato al primo no alla sua nomina da parte della Vigilanza.

Sono sereno.

Oggi l’ad sarà in Vigilanza e si attendono nomine importanti al prossimo Cda di giovedì.

Delle nomine non parlo. Non è materia mia.

Ma non teme che si potrebbero creare tensioni nocive per gli obiettivi di cui abbiamo parlato finora?

So che Salini sta lavorando ancora in queste ore. C’è molta sensibilità. È chiaro che le nomine possono acquietare il dibattito politico o rinfocolarlo. Spero la prima. Mi auguro che Salini sappia fare le scelte giuste.

 

(Nella foto Marcello Foa)