Pubblicato il 06/11/2019, 12:05 | Scritto da La Redazione

Oggi in edicola: Marco Bassetti lancia la sfida ai colossi Usa

Oggi in edicola: Marco Bassetti lancia la sfida ai colossi Usa
La nostra rassegna stampa della mattina, con gli estratti degli articoli più interessanti: dopo l’annuncio di fusione tra Banijay ed Endemol, l’amministratore delegato ne spiega le strategie.

Marco Bassetti: «Banijay-Endemol, sfida ai colossi Usa»

Il Sole 24 Ore, pagina 20, di Andrea Biondi.

In cosa sarà diversa questa società dalle altre sul mercato?

Tanto per cominciare siamo leader mondiali con società di gran livello e operative in 23 Paesi. E quello che più conta saremo gli unici tra i grandi produttori internazionali, penso a Itv, Warner, All3media, Sony, Lionsgate, a essere indipendenti, non controllati da grandi media. Essere indipendenti ci consentirà di creare i migliori contenuti per qualsiasi distributore lineare o non lineare senza vincoli.

Come Banijay avete deciso di acquisire una società molto indebitata. Non è una scelta pericolosa?

Endemol ha un livello di debito importante, ma con la nuova equity e il merge con noi si parla di una leva a livelli di mercato e inferiore a quella di qualche nostro competitor.

Non temete l’accusa di “monopolio” anche dell’Antitrust? O comunque dell’eccessiva concentrazione?

Oggi è anacronistico parlare di dimensioni. Dall’altra parte dell’Oceano ci sono aziende che capitalizzano 20, 30, 50 volte di più che in Europa nel settore media. Per la prima volta abbiamo un produttore di contenuti puro, e che tale vuole restare, con 1 miliardo di dollari di fatturato negli Usa. Mi sembra lunare che si voglia tagliargli le gambe parlando di concentrazione. L’Europa è il secondo mercato al mondo per consumo nell’intrattenimento, ma la quota di consumo di prodotto americano in Europa è intorno al 30% e la quota di prodotto europeo in Usa è del 4%.

Mettiamola così: non temete penalizzazioni? Se pensiamo all’Italia, ciò che era commissionato singolarmente a Banijay o Endemol potrebbe essere diviso da Rai1 e Mediaset anche con altri per evitare il “monopolio”.

Non vedo il problema nell’avere diversi contenuti di un produttore, reti commerciali e pubbliche in Europa oggi più che mai devono mantenere la quota di mercato sono quindi interessate al costo-qualità e alla performance chi è il fornitore non è rilevante. Un programma con scarsi risultati fatto da noi o altri semplicemente lo si chiude. Creare nuovi contenuti premium costa tanto, te lo puoi permettere se puoi investire e hai una forte branch di distribuzione in grado di coprire una parte dei costi. Le televisioni non hanno più le risorse e i talenti per investire in sviluppo. In Inghilterra la BBC è al servizio della produzione indipendente e ha ridotto la sua quota di produzione interna al di sotto del 50%; l’altro canale pubblico C4 ha l’obbligo di produrre solo con produttori indipendenti. Così hanno fatto crescere importanti società di produzione e creato più mercato e occupazione qualificata.

 

(Nella foto Marco Bassetti)