Pubblicato il 18/10/2019, 14:04 | Scritto da La Redazione
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Oggi in edicola: Lega-Mediapro, e se fosse un bluff? La tv pay domina in Europa

Sky-Mediapro, sfida sulla sostenibilità

Corriere dello Sport, pagina 22, Alessandro Barbano.

Costretto a inseguire la crescita esponenziale degli ingaggi, lievitati in un anno dei 20 per cento, e del debito, ormai sopra la soglia dei 4 miliardi, il calcio si affida alla lepre, più o meno come fanno i ciclisti e, di recente, i maratoneti per aumentare le proprie prestazioni. Ma il rischio che la lepre lo mandi fuori pista o piuttosto scappi con il bottino è tutt’altro che irrilevante. La lepre è, come si dice, un vecchia conoscenza: si chiama Mediapro ed esce dal cilindro dell’amministratore delegato della Lega di serie A, Luigi De Siervo. È una multinazionale dello sport, con sede a Barcellona, controllata da un importante fondo cinese. Nel febbraio 2018 si era già aggiudicata per un triennio i diritti televisivi della serie A italiana, per 1 miliardo e 50 milioni: di euro all’anno, salvo vedersi picconare tre mesi dopo la concessione. Prima da un’ordinanza del tribunale di Milano, che sospese il bando per violazione dei principi dell’antitrust. Poi per mano della stessa Lega, costretta a riconoscere che le garanzie portate in dote da Mediapro erano reti bucate. E ad accontentarsi dei 973 milioni all’anno offerti dal duo Sky-Dazn. Adesso la storia si ripete con un copione più o meno identico. Gli ispanocinesi rilanciano con un’offerta sulla carta più ghiotta per il triennio 2021-2024: 1 miliardo 150 milioni a stagione, più 55 milioni per i diritti d’autore, e 78 per i costi di produzione. Fanno un bottino di 1 miliardo 233 milioni. Ma soprattutto sono il prezzo di una tentazione autarchica dei calcio italiano: quella di realizzare una piattaforma per autoprodurre e vendere le partite direttamente agli utenti, attraverso un proprio canale e un intermediario unico. Di nome Mediapro.

Tv, in Europa cresce con la pay

Italia Oggi, pagina 21, Andrea Secchi.

È quota 100 per il mercato televisivo dell’Europa occidentale: i 17 Paesi dell’area, comprese Svizzera e Norvegia, hanno raggiunto i 100,38 miliardi di euro di ricavi lo scorso anno secondo l’ultimo rapporto annuale Turning Digital di ItMedia Consulting. La crescita è del 2% rispetto al 2017, non molto in realtà considerando un tasso di inflazione medio dell’1,6%, ma comunque un progresso anche perché dal 2008 al 2018 il tasso medio è stato dell’1,1%. In questo quadro la pay tv, con tutte le trasformazioni che sta subendo, raccoglie la maggior parte delle entrate e l’incremento più alto: 48,3 miliardi i ricavi totali, 48,1% della torta e un +4,38% sul 2017. Sono note, invece, le difficoltà della raccolta pubblicitaria, i cui ricavi sono il 30,5% del totale a 30,6 miliardi, con un contenuto +0,4% e notevoli differenze di andamento fra i diversi Paesi. La restante fetta dei ricavi totali, del 21,4% è rappresentata dai canoni per la tv.